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Video Systems premiata per il contributo dato all’uso dell’AI nel controllo qualità

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UDINE – “L’intelligenza artificiale sempre più compresa come strumento per ottimizzare processi e organizzazione del lavoro e sempre meno come pericolo per l’occupazione di uomini e donne“. È ciò che comincia a verificare nella sua attività quotidianamente internazionale Alessandro Liani, presidente e ceo di Video Systems, la società friulana con sede a Codroipo impegnata da trent’anni in soluzioni di intelligenza artificiale. Una storia costantemente proiettata all’innovazione, come ha riconosciuto anche l’ultimo premio, in ordine di tempo, che Liani ha ricevuto a fine agosto da IEEE Computational Intelligence Society “per il contributo dato all’uso dell’intelligenza artificiale nei prodotti di controllo qualità”.

“Le applicazioni di Ai che si stanno sviluppando in differenti ambienti e anche in quelli in cui nella visione comune potrebbero essere meno favorevoli, come quello delle costruzioni, rendono evidente che l’intelligenza artificiale non è la soluzione a tutti i problemi né la sostituisce i lavoratori. Invece, è uno strumento straordinario per efficientare processi, organizzare situazioni molto complesse e creare soluzioni in contesti in cui parevano non essercene alcuna“, sintetizza Liani.

Tra i tanti esempi possibili, quelli che arrivano dal mondo delle costruzioni possono essere molto significativi. “Uno dei progetti europei cui abbiamo lavorato insieme a una big society portoghese aveva come obiettivo l’ottimizzazione della logistica e della gestione dei materiali in cantiere, attraverso l’applicazione di soluzioni di Ai”, racconta Liani. Uno dei più grossi problemi che il direttore dell’azienda aveva evidenziato, infatti, era proprio quello della gestione dell’arrivo dei diversi materiali nei cantieri edili e della loro sistemazione logistica. “Il progetto ha coinvolto, oltreché la società main contractor, diverse altre imprese ognuna fornitrice di un materiale specifico: piastrelle, tondini, tubi. L’ottimizzazione è risultata importante- prosegue l’esperto- e in questi ambiti l’Ai è solo agli inizi”.

Restando agli esempi possibili e a scenari futuri, rispetto ai quali già oggi la tecnologia potrebbe dare realizzazione, vi sono gli sviluppi che coinvolgono i robot, anche nell’ambiente costruttivo. “Non è avveniristico pensare, per esempio, a robot che aiutino l’uomo a smantellare gli edifici, svolgendo compiti precisi- puntualizza Liani- come un’indagine preventiva per sapere esattamente che tipologia di materiale di scarto produrrà la demolizione e, soprattutto, in quale quantità. Non è raro, infatti, che in cantiere ci si trovi ad avere quantità maggiori di un dato materiale rispetto a quella prevista, con conseguente problema di smaltimento. L’Ai applicata ai robot potrà dare soluzione, ma anche lavoro per la gestione dei dati raccolti”.

La miglior conoscenza delle situazioni e l’ottimizzazione della loro gestione hanno e avranno conseguenze positive anche dal punto di vista economico. Non solo per le immediate ricadute per la riduzione o l’azzeramento di errori di processo, ma anche nei costi accessori, come quelli legati alle assicurazioni. “Le compagnie assicurative definiscono il premio in base alla probabilità che l’evento accada- premette Liani- ed è chiaro che più sono organizzati i processi e controllate le situazioni, minori sono le probabilità di imprevisto, con conseguenti benefici per l’assicurato”. E anche per la compagnia assicurativa, tanto che “da tempo queste società sono tra le realtà che hanno maggiormente investito in intelligenza artificiale e in professionalità legate alla gestione dati”, ricorda l’imprenditore.

Tra le tante positività della ‘rivoluzione digitale’ in corso, la criticità più significativa che Liani intravede è quella legata “alla transizione generazionale: occorre riuscire a coinvolgere in ogni realtà i lavoratori che, per età anagrafica, è alle soglie dell’uscita dal mondo del lavoro, affinché trasmettano tutte le loro conoscenze ai più giovani. È un’azione fondamentale- sottolinea in conclusione Liani- perché i motori artificiali si nutrono di conoscenze e, se quelle detenute da questa fascia di lavoratori non sono trasmesse, vanno definitivamente perdute, con conseguente inevitabile impoverimento”.

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