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Uilm: Ex Ilva rinvio tavolo su Cigs, peggiora l’incertezza occupazionale

EconomiaUilm: Ex Ilva rinvio tavolo su Cigs, peggiora l’incertezza occupazionale

Ora una risposta definitiva dal Governo sul futuro

“È paradossale che a quasi cinque anni dall’accordo del 6 settembre 2018, che stabiliva un elaborato piano ambientale e industriale con garanzie occupazionali, l’azienda continui a parlare di ammortizzatori sociali senza uno straccio di prospettiva e continui ad operare in tutte le direzioni”.

“Preferiremmo evitare una discussione sul TFR, ma siamo presenti oggi per ribadire, nell’interesse dei lavoratori, come noi stessi abbiamo fatto in data 29 marzo, che non ci sono i presupposti per le concessioni”.

Lo hanno dichiarato Guglielmo Gambardella, segretario nazionale della Uilm, e Davide Sperti, segretario della Uilm Taranto, al termine di un incontro di verifica congiunta presso il Ministero del Lavoro sulla richiesta di proroga del TFR per 2.500 lavoratori dello stabilimento di Taranto avanzata dalle Acciaierie D’Italia.

“Il Governo prenderà l’unica decisione possibile per sbloccare la situazione di stallo e rimettere al lavoro 2.500 lavoratori”, hanno dichiarato al termine della tavola rotonda al Ministero del Lavoro.

“Per quanto ci riguarda, l’incertezza maggiore riguarda la visione a lungo termine. Se l’attuale situazione di Governance continua, il futuro dell’Acciaieria di Taranto e dell’intero Gruppo ex-Ilva è segnato”.

“Se ci sono divergenze di opinione tra i ministri competenti, c’è ancora tempo perché il Presidente del Consiglio dei Ministri prenda l’iniziativa per determinare il ritmo”.

Purtroppo “da tempo denunciamo lo sperpero dei 680 milioni di euro dati senza il vincolo degli investimenti, a cui si aggiungono decine di milioni di euro di ammortizzatori sociali dati fino ad oggi senza recupero occupazionale, compresi i lavoratori dell’Ilva AS e dell’indotto”.

“Ad oggi non c’è certezza sui volumi di produzione, sui livelli occupazionali, sugli asset produttivi, sul riavvio dell’AFO 5 e sulla costruzione dei forni elettrici e degli impianti DRI”.

Ma soprattutto, concludono, “cosa intende fare il Governo nei confronti di un’azienda strategica controllata dallo Stato ma soggiogata da partner privati con obiettivi diversi dall’interesse nazionale?. Per questo motivo continueremo a non essere complici di questo disastro sociale e industriale”.

Ciro Di Pietro

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