BOLOGNA – Gli X-Files? Non c’è bisogno di volare negli Usa per trovarli. E’ sufficiente andare a Dozza Imolese, in provincia di Bologna, dove il prossimo 14 ottobre la versione romagnola degli agenti Mulder e Scully presenterà i risultati delle indagini sui fenomeni paranormali condotte nella Rocca della cittadina. L’iniziativa, con tanto di suggestiva visita notturna al castello, è organizzata dalla Fondazione Dozza Città d’Arte in collaborazione con il municipio.
UN PONTE TRA LE DIMENSIONI
Le indagini sono state condotte dalla Compagnia di Ricerca, realtà forlivese che dal 2011 si occupa di studi in questo settore, gestisce la rocca malatestiana di Montefiore Conca e vanta diversi approfondimenti approdati anche sulle reti televisive nazionali, con l’obiettivo di creare e documentare i collegamenti tra il mondo visibile e quello invisibile. “Una sorta di ponte tra le due dimensioni- spiegano gli X-Files romagnoli- con l’interesse rivolto a quei luoghi ricchi di testimonianze storiche che non escludono elementi medianico-energetici”.
ROMAGNA TERRA RICCA DI “PRESENZE”
La Romagna, del resto, “è una terra florida per quanto riguarda la presenza di rocche antichissime e storie che scaturiscono da tradizioni millenarie”, racconta Nadia Fabbri, coordinatrice del gruppo di cui fa parte anche il sensitivo Marino Fantuzzi e il fotografo Maurizio Bertini. La Romagna, nei secoli, è stata infatti “scenario di numerose battaglie” nonchè “terra di grandi personalità come Giovanni dalle Bande Nere, figlio di Caterina Sforza, o la temuta famiglia Malatesta”. Il risultato è che “quando si indaga in certi luoghi- spiega ancora Fabbri- ci si può imbattere in personaggi antichi, legati ancora ai loro castelli e alle loro vicissitudini”. A Montefiore Conca, ad esempio, c’è la “sfortunata Costanza Malatesta”, che nella rocca ha subito una morte violenta e prematura”. A Dozza, invece, “ci siamo imbattuti in un condottiero del XV secolo”.
Da sinistra: Marino Fantuzzi, Nadia Fabbri e Maurizio Bertini della Compagnia di Ricerca
COME SI SVOLGONO LE INDAGINI?
Ma come indagano gli X-Files romagnoli? “Partiamo sempre con un sopralluogo per comprendere come muoverci e fare una selezione degli ambienti- spiega Fabbri- certi castelli hanno anche 70 stanze. Poi si decide come sfruttare al meglio la strumentazione, come e dove posizionare quella fissa”. A Dozza, ad esempio, “ci siamo concentrati su una camera da letto, sulle due torri più antiche e in alcuni ambienti che da subito hanno dato un riscontro strumentale importante”. Durante le indagini vengono fatti “migliaia di scatti”, perchè le foto sono “la famosa prova, o meglio la risposta che andiamo cercando ogni volta”.
UNA FORTEZZA “ANCORA VIVA”
La Rocca di Dozza, continua l’esperta del paranormale, “è stata per noi un’esperienza ricchissima di risultati a livello energetico. E’ una fortezza ancora viva. Ma ci vuole sempre rispetto quando si affrontano tematiche di questo genere. Questi fenomeni vengono spesso strumentalizzati e gruppi come il nostro, che cercano di fare ricerca in maniera seria, ne pagano le conseguenze”.
LA SODDISFAZIONE DEL SINDACO
A Dozza, invece, la compagnia ha incassato l’apprezzamento del sindaco Luca Albertazzi. “Si tratta di un gruppo di professionisti seri e referenziati- assicura il primo cittadino- che affrontano un argomento delicato del quale si conosce ancora poco. E’ una bella occasione culturale per Dozza. Abbiamo sviluppato un filone concreto che ci consente di arricchire la nostra proposta culturale e turistica attraverso l’esplorazione di un comparto nuovo, originale e suggestivo che, approcciato con serietà, è estremamente affascinante. L’invito a partecipare alla serata è esteso a tutta la cittadinanza”.
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L’articolo X-Files a Dozza Imolese: “Nella Rocca c’è un guerriero del ‘400” proviene da Ragionieri e previdenza.