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Vino, tre importanti convegni online anticipano “Slow Wine Fair 2023”

AttualitàVino, tre importanti convegni online anticipano "Slow Wine Fair 2023"

Per riflettere su effetti della crisi climatica, denominazioni e bio

Milano, 23 nov. (askanews) – Tre importanti conferenze online per ragionare sul rapporto del vino con la crisi climatica, le Denominazioni e il biologico, anticipando le riflessioni che saranno al centro della “Slow Wine Fair 2023”, che si terrà dal 26 al 28 febbraio 2023 a BolognaFiere.

La prima, intitolata “Il vino e la crisi climatica”, è prevista alle 18 dell’8 febbraio 2023. I relatori saranno il consulente agronomico ed enologico Adriano Zago, l’agronoma Martina Broggio e il docente all’Università di Padova, Franco Meggio. “Parleremo di tre ambiti: la pianta, il suolo e l’uomo, cercheremo di spiegare che cosa sta succedendo, con la crisi climatica, nel suolo e nella pianta e di come l’uomo sta reagendo, inteso come organizzazione aziendale” ha spiegato Zago, aggiungendo “la crisi climatica sta portando all’attenzione il tema della fertilità del suolo: in altre parole, per reagire meglio a qualsiasi cambiamento climatico i suoli devono avere una fertilità molto sviluppata in termini di ciclo di sostanza organica”. “La crisi climatica ci dice che la fertilità, il buon funzionamento della pianta e l’organizzazione aziendale sono tre argomenti fondamentali – ha concluso Zago – non basta più fare un vino buono e preoccuparsi di portare a casa un’uva sana, obiettivi divenuti troppo deboli”.

Il secondo incontro si intitola invece “Le denominazioni, bene comune?” e si terrà il 15 febbraio 2023 alle 18. Ricordando che nel 2022 in Italia si contano 341 Doc e 78 Docg, Slow Wine sottolinea che “nelle denominazioni c’è un’idea di difesa e di valorizzazione dei territori del vino che ha radici antiche e una ragion d’essere giustificata perlomeno dallo sviluppo tentacolare delle industrie del comparto agroalimentare, che tendono ad annacquare il valore (anche culturale) dei prodotti e a erodere il margine economico di chi fa agricoltura e trasformazione diretta”. D’altra parte però “l’elenco delle denominazioni restituisce una visione d’insieme sin troppo frammentaria e incoerente e si registra la mancanza di una visione unitaria a livello nazionale”. Infine “si stanno moltiplicando i casi di vignaiole o vignaioli che escono da una Doc o da una Docg, mentre le commissioni di assaggio dei Consorzi bocciano vini che nelle denominazioni dovrebbero rientrare a pieno titolo, e che spesso sono addirittura premiati nelle guide del settore”.

IL terzo ed ultimo convegno “preparatorio” della fiera, “Bio è vita” alle 18 del 22 febbraio 2023, vuole riflettere sul biologico, a partire dall’analisi della situazione attuale per arrivare a disegnare gli scenari futuri di questo settore in continua crescita, con l’export di vino bio che nel luglio scorso ha fatto registrare un +19%. “Il bio a volte rischia di essere percepito solo come una moda – spiega Slow Wine – mentre è necessario fare un passo ulteriore e rendere il pubblico sempre più consapevole dei benefici che questa pratica agricola porta alla fertilità del suolo, alle piante, a un uso più consapevole e parsimonioso delle risorse e anche come forma di contrasto e prevenzione dei cambiamenti climatici”.

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