Conferme per le bollicine di montagna e per i prodotti identitari
Milano, 27 set. (askanews) – Sono 12 i vini del Trentino che hanno ottenuto i “Tre Bicchieri”, il riconoscimento più alto assegnato dalla guida “Vini d’Italia 2024” del Gambero Rosso. A salire sul podio più alto sono stati quest’anno “L’Ora 2021” di Pravis, “San Leonardo 2018” di San Leonardo, “Teroldego Rotaliano Sangue di Drago 2020” di Marco Donati, “Teroldego Rotaliano Vigilius 2020” di De Vescovi Ulzbach, “Trentino Pinot Nero Faedi 2020” di Bellaveder, “Trentino Riesling 2022” di Pojer & Sandri, “Trento Brut 976 Riserva del Fondatore 2012” di Letrari, “Trento Brut Altemasi Graal Riserva 2016” di Cavit, “Trento Brut Rotari Flavio Riserva 2015” di Rotari, “Trento Extra Brut Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2012” di Ferrari, “Trento Extra Brut Rosé 2018” di Moser, e “Trento Inkino Extra Brut Rosè 2019” di Mas dei Chini.
Quest’anno il volume evidenzia il notevole progresso dei vini fermi, sia per quanto riguarda le valutazioni (con il record di etichette arrivate in finale) “ma soprattutto per carattere, unicità e grande aderenza al territorio”. Decisiva in questo senso la scelta di “puntare sulle varietà da uve autoctone, così come anche su vitigni” – spiegano i curatori della guida – a partire da “interpretazioni validissime di Nosiola”, “senza tralasciare variazioni a base di Marzemino, un rosso ancora troppo sottovalutato, e l’importante presenza del Teroldego”. Ma oltre i vini da uve della tradizione non mancano quelli da vitigni internazionali: con “il Pinot Nero che ben scandisce la sua elegante complessità, così come il Riesling offre grinta e schiettezza”. Il Trentino dunque si conferma un territorio “ricco di vini assolutamente identitari e con ottimo prezzo”.
“I Trento rimangono comunque sulla vetta della regione, e sotto la definizione ‘Bollicine di Montagna’ si muove una delle zone spumantistiche più convincenti d’Italia” aggiungono i critici del Gambero Rosso, evidenziando le tante conferme tra i premiati, e un elenco che sottolinea l’ottimo andamento delle versioni Rosé e annovera alcune validissime nuove entrate. Gentilezza e determinazione, in sintesi, per rilanciare il comparto enologico trentino e ribadire che Trento non è solo spumante classico”.