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Verso la Biennale Architettura: un laboratorio sociale sul futuro

AttualitàVerso la Biennale Architettura: un laboratorio sociale sul futuro

Una conversazione con il presidente Roberto Cicutto

Milano, 17 gen. (askanews) – Una finestra sulla prossima Biennale di Architettura, che aprirà a Venezia nel mese di maggio. Curata da Lesley Lokko, architetto e scrittrice ghanese-scozzese, si intitolerà “Il Laboratorio del Futuro”. Un progetto che, come ci ha confermato anche il presidente della Biennale, Roberto Cicutto, si muove nel solco delle ultime mostre di architettura, che hanno indagato fortemente la dimensione sociale e ambientale della disciplina, guardando in questo caso in particolare all’Africa.

“Le tre precedenti mostre di architettura – ha detto Cicutto ad askanews – ponevano degli interrogativi, la Lokko secondo me parte da un principio e una consapevolezza molto ferma: raccontare cosa è oggi rispetto all’architettura il continente più giovane, in termini di età, della Terra, un continente che in qualche modo ha dovuto affrontare le crisi ambientali, sociali ed economiche che noi stiamo vivendo adesso”.

L’edizione 2023, poi, porterà un’altra novità importante. “Per la prima volta, ed è una cosa a mio avviso importante come lo è stato il primo College per l’arte figurativa fatto da Cecilia Alemanni l’anno scorso – ha aggiunto il presidente – lei realizzerà il primo College di architettura”.

Un contesto nel quale si discuterà di come va concepita l’architettura oggi, in un’ottica di apertura ad altre discipline che sancisce sia la continuità con le Biennali precedenti, sia quello che Cicutto definisce espressamente “un passo avanti”. “L’architettura – ha concluso – risponde a tutte le esigenze principali che gli esseri umani, e in qualche modo anche gli altri che convivono con noi o stanno ai limiti delle nostre abitazioni, devono affrontare. Per questo l’architettura è fra le mostre della Biennale quella che consente più tracimazione, perché vive di sinergie, di contaminazioni”.

Che per quest’anno partono da un presupposto decisivo per il nostro presente: la diversità è ormai diventata la nostra norma. E solo da qui si può iniziare un vero percorso di consapevolezza.

(Leonardo Merlini)

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