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Stellantis e Volkswagen, rispunta il rischio crisi: chi pagherà il conto? Per non parlare di Biden…

PoliticaStellantis e Volkswagen, rispunta il rischio crisi: chi pagherà il conto? Per non parlare di Biden…

ROMA – Lo so, sono fatto alla vecchia maniera. Anche sposando la logica del merito da premiare, sempre da valutare secondo parametri oggettivi, appunto che ci sia un merito però. Per questo considero una vergogna quando un amministratore delegato, penso casualmente al portoghese Carlos Tavares di Stellantis, che evidentemente ha il merito di aver causato danni, alla fine si dimetta incassando comunque 100 milioni di euro come buonuscita. Una vergogna, pensando alle migliaia di lavoratori che in Italia stanno vivendo ore drammatiche.

IL CASO WOLKSWAGEN

Anche in Germania è cominciata una stagione di lotta sindacale con gli scioperi dei lavoratori della Volkswagen contro il piano del gruppo di chiudere tre stabilimenti e licenziare migliaia di persone, non solo,per chi resterà un taglio del 10% dello stipendio.

Il principale sindacato dei lavoratori di Volkswagen, IG Metall, aveva in un primo momento parlato di scioperi “di avvertimento” solo di alcune ore, ma i capi sindacali hanno già fatto sapere che se sarà necessario “sarà la più lunga battaglia di contrattazione collettiva che Volkswagen abbia mai visto”.

Per impedire la chiusura degli stabilimenti, IG Metall e il consiglio di fabbrica avevano proposto un piano al gruppo che tra le altre cose proponeva di tagliare i bonus per i dirigenti e per il resto del personale, e di non aumentare gli stipendi in futuro in cambio di orari di lavoro più brevi. Volkswagen ha rifiutato dicendo che queste misure non sarebbero state in grado di aiutare il gruppo sul lungo termine.

LE REAZIONI ALLE DIMISSIONI TAVARES

Per quanto riguarda casa nostra, Tavares se ne va con la scusa di “vedute differenti” con il resto del board. Entro la prima metà del 2025 verrà nominato il nuovo AD. Tavares se ne va, i lavoratori rimangono, ha detto il segretario della Fiom-Cgil Michele De Palma, mentre la Lega di Matteo Salvini ha chiesto di sapere a quanto ammonterà il premio per Tavares. Felice per l’addio, ‘era ora’, anche il nuovo ministro Tommaso Foti di Fratelli d’Italia.

Il Pd invita alla responsabilità: “Ora bisogna voltare pagina e tutti devono fare la loro parte, l’azienda come il Governo’ ha detto Antonio Misiani. Facile pensare che nei prossimi mesi le piazze torneranno a riempirsi di proteste. Venerdì scorso, durante lo sciopero generale, sia Landini della Cgil che Bombardieri della Uil hanno fatto capire che la lotta continuerà senza sconti. Landini, da parte sua, ha detto che spingerà per una ‘rivolta sociale’. Rivolta? “Sì, proprio rivolta sociale” ha sottolineato, aggiungendo che l’Italia adesso va rivoltata come un guanto.

CHI PAGA IL CONTO

Siamo nel pieno di una crisi strisciante, non c’è dubbio. La paura è che, più prima che poi, si ripresenti una crisi finanziaria come quelle disastrose che abbiamo subito negli anni passati. Il problema di queste ‘botte’, spiegano gli economisti, è sapere chi alla fine pagherà il conto. Di sicuro non le banche, finora messe sempre al riparo sia a livello internazionale che europeo. Negli Stati Uniti, ricordo, la crisi finanziaria scoppiata a causa dei mutui facili concessi dal sistema bancario alla fine fu pagata da milioni e milioni di cittadini che o hanno perso la propria abitazione, guarda caso finite dritte dritte alle banche, o l’hanno vista svalutare di  molto.

CROLLO DI EVENGRANDE

Anche in Cina è successo qualcosa di simile con il crollo di Evergrande Group (già Hengda Group) il secondo più grande produttore immobiliare cinese basato alle Isole Cayman. Anche in Cina la gente era stata invogliata alla speculazione, così si sono messe ad acquistare quote e quote di progetti edilizi prima ancora che iniziassero i lavori, con la speranza di forti guadagni al momento della vendita finale. Il sistema è crollato, milioni di cittadini ci hanno rimesso e il Governo è stato costretto a correre ai ripari. In questi ultimi mesi qualcuno ha già lanciato l’allarme su quanto potrebbe capitare con le criptovalute, su cui milioni e milioni di persone hanno investito, sembra, 40 miliardi di dollari. 40 miliardi di dollari, come di recente ha detto pure Bankitalia, non avendo nulla di reale in mano. Facile pensare che anche in questo caso, facendo comunque i debiti scongiuri, le banche non ci rimetteranno, anzi.

LA GRAZIA DI BIDEN

Scusate se introduco qui un altro argomento, anche questo però riferibile ad una decisione vergognosa, quella presa dal presidente uscente degli Stati Uniti, Joe Biden, che ha graziato il figlio ormai prossimo a finire in galera. Lui ha giustificato la clemenza come persecuzione degli oppositori contro lui stesso. Il fatto è che il figlio era accusato di aver comprato una pistola senza matricola pur essendo un tossicodipendente e di essersi intascato un milione di dollari senza pagare le tasse, soldi spesi per la droga, prostitute ed altri divertimenti. Poi si dice che cresce il popolo degli astensionisti, di quelli che pensano che alla fine questi ‘lor signori’ siano fatti tutti della stessa pasta. Ormai per la maggioranza immangiabile.
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