Il contributo italiano per studiare Giove e le sue lune
Milano, 20 gen. (askanews) – La missione JUICE dell’Esa (Agenzia spaziale europea) che studierà Giove e le sue lune ghiacciate conta su una grande partecipazione dell’Italia, grazie all’Asi (Agenzia spaziale italiana) e all’Inaf (Istituto Nazionale di Astrofisica) con un importante contributo tecnologico dell’industria aersopaziale nazionale.
In particolare il gruppo Leonardo, nello stabilimento di Campi Bisenzio (FI) ha realizzato, anche grazie alla collaborazione con l’Università Parthenope di Napoli, la telecamera ad alta risoluzione JANUS per il monitoraggio dell’atmosfera di Giove e lo studio approfondito delle sue tre lune ghiacciate – Europa, Ganimede e Callisto – per la ricerca di ambienti ritenuti in grado di ospitare forme di vita. Questo strumento è stato realizzato anche grazie alla collaborazione con l’agenzia tedesca DLR, che ha partecipato allo sviluppo attraverso un accordo bilaterale con ASI.
Per lo strumento MAJIS, di responsabilità francese ma realizzato con un accordo bilaterale tra ASI e CNES, Leonardo ha fornito la testa ottica iperspettrale per osservare e caratterizzare nubi, ghiaccio e minerali sulle superfici delle tre lune. Nello stabilimento Leonardo di Nerviano (MI) sono nati i pannelli solari di Juice, i più grandi mai realizzati per una missione interplanetaria, con una superficie di 85m2 per fornire la potenza elettrica necessaria a una distanza di oltre 750 milioni di km dal Sole.
Thales Alenia Space (joint venture tra Thales 67% e Leonardo 33%) ha invece realizzato “RIME”, strumento in grado di rilevare la struttura interna degli strati ghiacciati con un’antenna di 16 metri, penetrando fino a 9 km sotto la superfice. Lo sviluppo del radar, è stato finanziato dall’Asi, mentre l’Università di Trento è responsabile degli aspetti scientifici e include anche un contributo da parte della Nasa.
Ad aprile 2023 la sonda Juice partirà dal centro spaziale di Kourou nella Guyana Francese diretta verso Giove. Il suo obiettivo, una volta entrata nell’orbita del pianeta più grande del nostro Sistema Solare, sarà quello di studiare 3 delle sue oltre 60 Lune, le più grandi e anche ghiacciate secondo le ipotesi degli scienziati, ricche dunque di preziosa riserve d’acqua.