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Siddi: i media professionali etici nell’era dell’algoritmo

AttualitàSiddi: i media professionali etici nell'era dell'algoritmo

Intervento del presidente di Confindustria Radio-TV a La Sapienza

Roma, 25 nov. (askanews) – “Editori e professionisti dell’informazione sono decisivi per riparare, se non salvare, l’umano nell’era dell’algoritmo. I media professionali, organizzati e promossi da editori che assumono la responsabilità editoriale, comunicano attraverso il lavoro trasparente di professionisti qualificati dell’informazione. Tali professionisti rispondono a obblighi deontologici e quindi etici.”

Il Presidente di Confindustria Radio Televisioni, Franco Siddi, intervenuto a un convegno organizzato all’Università di Roma La Sapienza, cita il Professore Derrick De Kerkove, erede di Marshall Mac Luhan, di fronte a un pubblico di studenti e professionisti dell’informazione.

“L’algoritmo può essere anche più informato del giornalista, ma non produce senso, o meglio non sa il senso che alimenta. Non ha coscienza deontologica. Riconciliare strumento tecnologico e uomo, macchine intelligenti e competenze umane, è la sfida da esplorare ancora” ha aggiunto.

È questa la conclusione di un intervento che ha rivendicato con forza il ruolo degli editori radiotelevisivi nell’ambiente digitale, editori che da sempre si sono confrontati con i temi legati all’eticità dei contenuti trasmessi e con un articolato quadro normativo e regolatorio, anch’esso costruito negli anni – tutela di minori e categorie più deboli o fragili, informazione professionale, indipendente e responsabile, pluralismo, privacy, copyright, per citarne alcuni – introiettando l’etica nella prassi quotidiana di gestione dell’informazione, e di tutti i generi, nel palinsesto.

Il tema dell’eticità dei contenuti è oggi reso più complesso dalla pervasività della Rete, a livello di consumi, ma anche dal ruolo delle grandi multinazionali del web (big tech) con le loro dimensioni e forza economica, presenza su tutta la filiera, possesso di big data. I media cosiddetti “tradizionali”, ha detto Siddi, chiedono di ristabilire norme e principi comuni per la creazione, distribuzione, remunerazione dei contenuti, parità di condizioni con i nuovi operatori e spazi di sostenibilità e sviluppo degli editori nazionali.

Riguardo allo sviluppo dell’informazione professionale nell’ambiente digitale il Presidente ha sottolineato “il nuovo ruolo del giornalismo, anzi dei giornalismi professionali, che devono adattarsi ai nuovi linguaggi digitali non solo per sfuggire alla robotizzazione dell’informazione, ma anche per rilanciare online le caratteristiche precipue del giornalismo, che è inchiesta, opinione, cultura, sviluppo di senso critico e democratico, caratteristiche non replicabili dai sistemi di IA omologanti”.

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