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Shoah, Ebrei Roma: rispetto è vaccino contro discriminazioni

AttualitàShoah, Ebrei Roma: rispetto è vaccino contro discriminazioni

Educare i più giovani a non voltarsi dall’altra parte

Roma, 23 gen. (askanews) – Educare i più giovani “al rispetto reciproco”, a contrastare “qualsiasi forma di discriminazione”, a “non voltarsi dall’altra parte”. Un “percorso da compiere tutti insieme”. È questo il “vaccino” per combattere l’antisemitismo e la discrminazione di qualsiasi forma che “non va attuato solamente la Giornata della Memoria, il 27 gennaio”, ma dal 28 gennaio in poi, ogni giorno.

“L’importante è quanto avviene ogni giorno – spiega ad askanews il vicepresidente della Comunità ebraica di Roma, Ruben Della Rocca – perché la Giornata della Memoria implica una serie di eventi che poi vanno confermati durante tutto l’anno. È una giornata di inizio non di conclusione di un percorso. Un percorso che ogni anno si rinnova e che soprattutto deve vedere i giovani al centro. È un percorso che dobbiamo fare tutti insieme, non possiamo cedere di un millimetro”.

“La grande sfida – prosegue Della Rocca – è raccontare la Shoah, ma soprattutto attualizzarla nel senso che quanto accaduto può riaccadere, è stato figlio dell’indifferenza, dell’odio gratuito, figlio del pregiudizio e in questo senso la lotta all’antisemitismo, al razzismo, alla discriminazione, si deve compiere ogni giorno”.

Episodi e fatti che ancora oggi accadono in tutta Europa. “Vedo il risorgere di movimenti neonazisti – prosegue il vicepresidente della Comunità ebraica di Roma – che esistono non solo in Europa ma anche in Usa; abbiamo i suprematisti bianchi, chi rivendica una propria superiorità, religiosa, etnica o addirittura biologica rispetto ad altri. Il rischio è proprio questo: vedere tanti giovani che piuttosto che educarsi e vivere quotidianamente nel rispetto reciproco magari poi vanno a manifestazioni o compiono violenza fisica. Il pericolo c’è sempre ma noi abbiamo le armi per disinnescare questo pericolo. È una battaglia che dobbiamo compiere tutti insieme, istituzioni, forze di sicurezza, scuola, educazione, perché è quella l’arma che abbiamo. E soprattutto non voltarsi dall’altra parte. Ce lo dice la coscienza ma ce lo dicono anche i fatti: l’unico modo che abbiamo è non rimanere indifferenti rispetto a ogni forma di pregiudizio”.

(Serena Sartini)

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