La premier di nuovo al lavoro a Chigi per serrare le fila della maggioranza
Algeri, 23 gen. (askanews) – Neanche il tempo di godersi l’esito positivo della visita di due giorni in Algeria che Giorgia Meloni deve affrontare una settimana densa di problemi e tensioni per la sua maggioranza. I temi sul tappeto sono molti, tutti spinosi, e da risolvere in breve tempo.
Il primo è lo sciopero dei benzinai che domani e mercoledì chiudono i distributori per protestare contro il decreto “trasparenza” voluto dal governo. Non uno sciopero qualsiasi, ma quello di una categoria ritenuta da sempre “vicina” all’esecutivo di centrodestra. Per due volte il governo ha incontrato i sindacati del settore, senza però convincerli a ritirare la decisione. I benzinai non vogliono essere fatti passare come “speculatori” e chiedono di aprire un “confronto di merito”. Meloni, da Algeri, cerca di smorzare le polemiche, ma non torna indietro sul provvedimento che prevede, tra l’altro, l’obbligo di esporre il prezzo medio settimanale dei carburanti. “Non c’è alcuna volontà di colpire la categoria e mi dispiace se qualcuno l’ha interpretato così”, ha detto, aggiungendo però che “abbiamo tentato il più possibile di andare loro incontro” ma “non potevamo tornare indietro su un provvedimento giusto”.
Altra categoria sul piede di guerra (anch’essa da sempre vista come bacino di voti del centrodestra) è quella dei balneari. Forza Italia e Lega hanno presentato emendamenti al Milleproroghe per posticipare la fine delle concessioni balneari, attualmente valide fino al 31 dicembre in attesa dell’attuazione della direttiva Ue che prevede l’assegnazione tramite gare. Fdi, che aveva presentato un emendamento simile, lo ha ritirato, in attesa di un intervento del governo. Che però non sembra né semplice né, attualmente, definito. Sul punto la premier assicura di non aver “cambiato idea sul tema della difesa dei nostri imprenditori balneari” che vuole “mettere in sicurezza”. Però la questione è “molto complessa” e serve una soluzione “strutturale”. Che al momento non pare esserci. La proroga non è ancora esclusa, ma va valutata bene. Per questo Meloni convocherà la maggioranza e poi le associazioni dei balneari. Al momento, secondo quanto si apprende, gli incontri non sono stati fissati ma i tempi sono strettissimi, visto che l’intento di Meloni è sentire tutte le parti “prima che si votino gli emendamenti sulla proroga, per capire se la proroga sia la soluzione più efficace o se siano più efficaci altre soluzioni”.
In settimana (probabilmente entro giovedì) va chiuso anche il sesto decreto armi all’Ucraina. “E’ in preparazione, ci sarà, darà all’Ucraina la possibilità di difendersi dagli attacchi aerei. Vuol dire missili che abbattono altri missili”, ha anticipato il ministro della Difesa Guido Crosetto, atteso mercoledì al Copasir. “Penso sarà condiviso da quasi tutto il Parlamento”, ha auspicato, forse con troppo ottimismo. Al di là del “no” netto del leader del M5s Giuseppe Conte (“Non siamo favorevoli a un ulteriore invio”), anche la Lega ormai da tempo ha esplicitato tutte le sue riserve.
Sempre giovedì il ministro delle Riforme Roberto Calderoli vorrebbe portare in Consiglio dei ministri la bozza di riforma delle Autonomie. Un punto che ha visto tensioni in maggioranza, fino alla “tregua” decisa la settimana scorsa: il testo viene esaminato prima delle regionali (come chiesto dalla Lega) ma in “esame preliminare”.
Ultimo, ma tutt’altro che il meno importante, è il capitolo sulla giustizia. Il ministro Carlo Nordio è ormai da qualche giorno nell’occhio del ciclone per la sua annunciata volontà di mettere mano alle intercettazioni, con norme più stringenti. Una posizione sostenuta da Forza Italia, ma che ha visto Matteo Salvini invitare Nordio a maggiore cautela e a evitare lo scontro con i magistrati. Nel mezzo ci sono Fdi e Meloni, che non si aspettava l’apertura di questo fronte proprio mentre veniva celebrato l’arresto di Matteo Messina Denaro. La premier, anche oggi, parlando con i giornalisti ha voluto ribadire la sua “piena fiducia” in Nordio, che vedrà nei prossimi giorni e a cui ha chiesto, come agli altri ministri, un “cronoprogramma” delle riforme da attuare. Però, su questo è chiara, la riforma della giustizia che è “fondamentale” non deve essere fatta con uno “scontro tra politica e magistratura”. Dunque sulle intercettazioni “è necessario mettere mano alle cose che non funzionano” come “un certo utilizzo” ma questo va fatto lavorando “insieme” tra “persone capaci che hanno a cuore gli interessi della nazione e i suoi valori fondamentali”.