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Scontro sulla targa firmata ‘Camerati’ rimossa ad Acca Larentia, Rampelli: “Atto vile e provocatorio”

PoliticaScontro sulla targa firmata ‘Camerati’ rimossa ad Acca Larentia, Rampelli: “Atto vile e provocatorio”

Roma – La rimozione di una targa dedicata a Stefano Recchioni, nei pressi di via Acca Larentia a Roma, ha acceso lo scontro politico.

Il gesto, avvenuto pochi giorni prima dell’anniversario della strage del 7 gennaio 1978, è stato duramente criticato da esponenti della destra, mentre la sinistra ha difeso la decisione come necessaria per contrastare simboli considerati evocativi di ideologie fasciste.

LA POSIZIONE DI RAMPELLI

Il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, ha definito la rimozione “un atto vile e provocatorio orchestrato dal responsabile del PD romano, Enzo Foschi che ancora una volta rinfocola gli animi e fa sciacallaggio su una data dolorosa e simbolica per tutta la destra italiana e, spero, per tutta Italia”, sottolineando come la targa fosse presente da decenni e fosse stata semplicemente ripristinata dopo alcuni lavori effettuati dal condominio.

Rampelli ha accusato l’amministrazione capitolina di aver strumentalizzato la tragedia dei tre giovani militanti del Fronte della Gioventù uccisi nel 1978 da un commando di terroristi comunisti e da un agente delle forze dell’ordine.

Rampelli ha invitato il sindaco Roberto Gualtieri a “dimostrare di essere il sindaco di tutti i romani. Se il Campidoglio ritiene che tutte le targhe abusive debbano essere rimosse, ci piacerebbe conoscere la lista e un cronoprogramma trasparente, per fugare ogni dubbio di faziosità”.

FOSCHI: “UN GESTO DOVUTO CONTRO L’ABUSO”

Enzo Foschi, segretario del PD di Roma, ha definito la targa rimossa “abusiva” e aggiungendo che la sua affissione era avvenuta durante la notte. “L’ufficio decoro del Comune di Roma, su indicazione del sindaco e del presidente del Municipio, ha rimosso la targa affissa abusivamente nei pressi di via Acca Larentia. Chi usa la tragedia dei morti di ieri strumentalmente per propagandare nel presente le follie del fascismo di oggi ne infanga la memoria e non merita alcun rispetto”, ha scritto Foschi su Facebook, pubblicando la foto della targa rimossa.

Foschi ha inoltre denunciato un’escalation di provocazioni, tra cui l’affissione di un’altra targa commemorativa in via Evandro, firmata “I Camerati”.

“Un’ennesima provocazione fascista,” ha dichiarato, chiedendo al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, di vietare i saluti romani durante le commemorazioni previste il 7 gennaio.

LA POSIZIONE DELL’ANPI

Anche l’ANPI provinciale di Roma è intervenuta nella vicenda, criticando l’uso della memoria della strage di Acca Larentia per finalità politiche. Nel loro comunicato, l’ANPI ha chiesto la rimozione definitiva di simboli come la croce celtica nel cortile di via Acca Larentia e lo scioglimento delle organizzazioni di stampo fascista, come CasaPound. “Ogni anno, il quartiere vive un incubo con raduni ufficialmente dedicati al ricordo, ma che in realtà diventano adunate fasciste,” ha affermato l’associazione, invitando tutte le forze democratiche a vigilare sul territorio.

LA MEMORIA DIVISA

La strage di Acca Larentia, avvenuta il 7 gennaio 1978, rappresenta uno dei momenti più drammatici degli anni di piombo. Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta furono uccisi da un commando di terroristi comunisti, mentre Stefano Recchioni morì in seguito agli scontri con le forze dell’ordine durante una manifestazione. La vicenda, da decenni, è al centro di commemorazioni che suscitano divisioni politiche e sociali.
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