Scosso il vertice del paese comunista
Roma, 17 gen. (askanews) – Il presidente del Vietnam Nguyen Xuan Phuc ha dovuto rassegnare le sue dimissioni per uno scandalo che è arrivata a colpire i vertici dello stato comunista. Lo hanno riferito i media di stato vietnamiti.
Si tratta di una vicenda senza precedenti per la solitamente ermetica leadership dello stato dei Sudest asiatico. Phuc ha 68 anni ed è stato primo ministro. La carica di presidente è simbolica e non carica di effettivi poteri esecutivi.
La Vietnam News Agency in un comunicato ha affermato che Phuc, “pienamente consapevole delle responsabilità che ricopre di fronte al popolo e al partito, ha presentato una richiesta di dimissioni dalle cariche, ha lasciato il suo lavoro e andrà in pensione”. E’ sospettato di “violazioni e cattivi comportamenti” sulla base di accuse avanzate da ufficiali inferiori.
Non è stato fatto il nome di chi sostituirà Phuc nella carica di presidente. Domani si riunirà l’Assemblea nazionale che dovrebbe prendere atto delle sue dimissioni e approvare un rimpasto del Comitato centrale che – a quanto scrive il South China Morning Post – dovrebbe portare nel principale organo di governo del partito comunista vietnamita una serie di funzionari provenienti dal settore della sicurezza.
Lo scandalo è scoppiato all’inizio dell’anno, quando due vicepremier sono stati silurati. Si trattava di Pham Binh Ming, un membro del Politburo con delega agli affari esteri, e di Vu Duc Dam, delegato alla cultura, educazione e scienza. Entrambi erano uomini legati Phuc ed erano stati ministri quando questi aveva l’incarico di premier.
A portare al loro siluramento era stata un’inchiesta su un presunto di giro di mazzette girate nell’ambito della gestione della pandemia da coronavirus. Queste tangenti sarebbero state legate sia ai voli di rimpatrio dei cittadini vietnamiti sia alla distribuzione dei test Covid-19.
Non è escluso che il segretario generale del partito comunista, Nguyen Phu Trong, possa assumere anche l’incarico di presidente, mantenendo entrambe le posizioni. E’ già accaduto nel 2018, quando l’ex presidente Tran Dai Quang morì.