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Rampelli (FdI): “Col 30% e la vittoria del centrodestra, presidenzialismo e super risorse a Roma”

PoliticaRampelli (FdI): “Col 30% e la vittoria del centrodestra, presidenzialismo e super risorse a Roma”

ROMA – Fabio Rampelli è uno dei più importanti esponenti della destra romana. Architetto, già parlamentare diverse volte, attualmente ricopre la carica di vicepresidente della Camera ed è uno dei dirigenti nazionali di Fratelli d’Italia. Con lui abbiamo parlato di Roma, di come sarà l’Italia governata dalla destra, di diritti civili e della collocazione internazionale geopolitica del nostro Paese in caso di vittoria del centrodestra. Rampelli ha prefigurato un risultato del 30% per FdI e ha rivendicato la possibilità per il suo partito di scegliere il prossimo candidato presidente alla Regione Lazio.

RAMPELLI: “ELEZIONE CAPO STATO O PREMIER CONTRO ANOMALIA PAREGGIO”

L’intervista della Dire a Rampelli inizia dalla possibile modifica della Costituzione nel caso il centrodestra riuscisse a conquistare il 66% dei parlamentari. “Noi aspiriamo ad avere uno Stato moderno. Sugli enti locali e sul governo delle Regioni una riforma importante c’è già stata e i cittadini, quando si recano alle urne, possono votare non solo un partito e una persona ma anche un programma, una coalizione, un sindaco o un candidato governatore e hanno a disposizione un premio di maggioranza per mettere alla prova chi governa per cinque anni, mettendolo al sicuro da congiure e salti di schieramento. Cinque anni, inoltre, penso siano uno spazio temporale giusto per far esprimere un giudizio ai cittadini. A livello nazionale, misteriosamente, questa cosa non ha preso il sopravvento”.

“C’è una situazione atipica che noi vorremmo manomettere – ha aggiunto l’esponente meloniano -, se possibile con il conforto e la convergenza del maggior numero possibile di forze politiche, perché le riforme costituzionali è sempre utile farle insieme, ma marciando in questa direzione. Noi desidereremmo l’elezione diretta del capo dello Stato o del capo del Governo. Meloni ha fatto un’apertura importante dicendo che è disponibile a varare una commissione bicamerale per lavorare su questo, per offrire uno strumento di lavoro che, se dovessimo vincere noi le elezioni, sarebbe un’opportunità offerta alla sinistra. Non abbiamo pregiudizi – ha assicurato Rampelli -, l’unico è che il sistema deve essere modernizzato per poter competere ad armi pari con le altre nazioni del mondo, soprattutto le più avanzate ed evolute, allineandosi quindi al funzionamento delle democrazie occidentali che prevedono l’alternanza. Qui da noi, invece, l’alternanza non esiste e si punta a un pareggio permanente che impaluda il sistema e crea le condizioni per chiamare sempre un esterno qualunque, ad esempio, il compianto presidente Carlo Azeglio Ciampi, piuttosto che Lamberto Dini, Mario Monti, Giuseppe Conte e Mario Draghi. Ma questa anomalia esiste solo qui e secondo noi va rimessa in ordine. Quindi un tentativo sarà assolutamente fatto”.

RAMPELLI: “A ROMA DAREMO SUPER RISORSE”

Passaggi molto interessanti sono quelli che Rampelli ha dedicato a Roma. Sia quando ha parlato delle risorse che potrebbero arrivare alla Capitale, in caso di vittora del centrodestra, sia in chiave politica, quando ha accennato alle prossime elezioni regionali nel Lazio. “Lo Stato italiano deve far pace con Roma- ha esordito – Che significa? Che la questione non è assorbibile con la vicenda dei poteri speciali. Non si esaurisce qui. La Capitale di una nazione è ovunque un volano culturale, finanziario, industriale ed economico: la scommessa, quindi, non è solo sulle competenze costituzionali ma anche sulle risorse. Si deve capire che dare risorse utili significa mettere Roma nelle condizioni di essere locomotiva d’Italia. Quante? Tanto quanto la Francia dà a Parigi, il Regno Unito a Londra e la Germania a Berlino, senza fare derby tra Roma e Milano o Roma e Napoli. Ci vuole il raggiungimento degli standard di qualità delle capitali citate”.

Per l’esponente di FdI, “Roma non può essere la capitale dei poveri. Può una Capitale come Roma vivere di soli grandi eventi per fare qualche ‘romanella’, senza avere una capacità programmatoria e senza fondi ordinari, che pure prima esistevano e passavano sotto il nomignolo di una legge nazionale, chiamata legge su Roma Capitale, voluta da un milanese, Bettino Craxi? Il segretario del Psi aveva perfettamente capito la questione: ovvero che una nazione ha un biglietto da visita nella sua Capitale”.

“La breccia di Porta Pia, che abbiamo recentemente festeggiato – ha aggiunto – rappresenta storicamente il momento in cui l’esercito italiano conquista Roma. L’Italia, per esistere e nascere, aveva bisogno di Roma e senza questa conquista l’Italia non ci sarebbe stata per la forza d’urto delle altre nazioni europee che non avevano alcun interesse a far nascere un’Italia unitaria. Questa specie di litigio che si è creato poi, nel tempo, tra lo Stato italiano e Roma deve finire. L’Italia deve investire su Roma esattamente quanto Roma è stata utile ed è ancora utile per l’Italia. Roma tra l’altro ha un residuo fiscale, offre allo Stato più soldi di quanto lo Stato italiano le restituisce. Esattamente come alcune regioni virtuose fanno, salvo poi prendersela con Roma. La Lega? Non è un problema di partiti: c’è un risentimento contro Roma, al nord e al sud”.

RAMPELLI: “CON IL 30% ALLE POLITICHE ESPRIMEREMO CANDIDATO GOVERNATORE LAZIO”

“Fdi, secondo gli ultimi sondaggi, ha percentuali stellari, anche nelle zone storicamente di pertinenza di altri partiti, alleati e non – ha ricordato Rampelli – Non siamo più un partito romano-centrico ma nazionale e su questo Giorgia Meloni ha fatto un grandissimo lavoro. Tuttavia occorre dire che il governo di Roma in questa fase è deludente. È passato un anno dall’elezione di Gualtieri. Abbiamo avuto tutti grande pazienza perché il governo di Roma è una missione difficile ma tutti, nessuno escluso, si aspettavano risultati diversi. A Roma An raggiunse il 31% nel 1998, quando vincemmo le provinciali. Penso che a Roma ci potrebbe stare un risultato simile. Se ciò accadesse la maggioranza di centrosinistra avrebbe problemi di immagine e di tenuta. Per il Lazio, le cui elezioni dovrebbero essere celebrate entro l’inverno, ma spero che Zingaretti si dimetta dopo una settimana dalle elezioni nazionali, una eventuale vittoria importante del centrodestra e una posizione di Fdi importante, più di quella storicamente conseguita, ci consentirebbe di mettere sul tavolo una proposta di governo significativa per la Regione e magari un candidato di Fdi. Se faremo un ottimo risultato continua a leggere sul sito di riferimento

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