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Museo della Scienza, arte digitale e musica per nuove connessioni

AttualitàMuseo della Scienza, arte digitale e musica per nuove connessioni

A Milano l’installazione “Cave of Sounds” di Tim Murray-Browne
Milano, 21 ott. (askanews) – Una installazione artistica composta da otto strumenti musicali elettronici che possono essere suonati intuitivamente e che esplora il potere della musica di connettere le persone, oltre che il modo in cui le tecnologie digitali possono favorire l’espressione individuale e collettiva. Il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano ha presentato il progetto “Cave of Sounds” di Tim Murray-Browne e Music Hackspace Ensemble. “L’arte – ha detto ad askanews Maria Xanthoudaki, direttore Education del museo – è un modo diverso per approcciarsi alla scienza e alla tecnologia, è inaspettato per alcuni versi ed è anche molto vicino al linguaggio scientifico. E parlando di arte digitale parliamo di un mondo che ha dentro di sé tanta tecnologia e tanta scienza, Quindi noi nel museo crediamo dei contesti di esplorazione che invitano le persone a costruire una loro esperienza, a indagare questi intrecci, queste dimensioni”. L’aspetto educativo è centrale per il museo diretto da Fiorenzo Galli e l’obiettivo anche di “Cave of Sounds” è quello di avvicinare allo studio delle materie scientifiche, partendo da prospettive diverse. E tra i sostenitori del progetto e dell’installazione c’è Cassa Depositi e Prestiti. “È una collaborazione – ci ha detto marco Battaglia, responsabile Comunicazione, Identità e Contenuti di CDP – che ha un obiettivo molto chiaro, che è quello di favorire, sostenere l’avvicinamento delle nuove generazioni alle discipline STEAM. Quindi scienza, tecnologia e tutte quelle discipline che sono alla base della capacità di generare innovazione. Innovazione è una parola chiave che è nella nostra missione di sostegno allo sviluppo sostenibile del Paese, perché senza innovazione non c’è sviluppo”. Immergendosi nei suoni e nelle relazioni innescate da “Cave of Sounds” si capisce anche come l’opera aiuti ad aumentare l’apertura mentale di chi la esplora. “Noi dobbiamo rompere le barriere disciplinari – ha aggiunto Maria Xanthoudaki – e fare capire sempre di più la complessità che c’è dietro questi intrecci”. Uno degli scopi dell’opera, così come del Museo della Scienza e dalla Tecnologia, è quello di sottolineare il ruolo di protagonista che ognuno di noi può assumere nelle proprie esperienze, inserito però in un più vasto contesto di condivisione. continua a leggere sul sito di riferimento

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