La Regia di Caserta, tra i complessi architettonici più straordinari d’Europa, ospita fino al 30 giugno “Metawork”, mostra in cui sono presentate più di 60 opere di Michelangelo Pistoletto, tra gli artisti contemporanei più influenti e produttivi, interprete del radicale rinnovamento del linguaggio artistico e tra i maggiori protagonista dell’Arte Povera.
La mostra, curata dalla direttrice della Regia, prodotta dal Museo Reggia di Caserta e da Opera Laboratori, in collaborazione con Cittadellarte – Fondazione Pistoletto e Galleria Continua e offre un profondo viaggio nel concetto visionario di “metamorfosi” e “interconnessione” dell’artista biellese.
Allestiti negli spazi della Gran Galleria, i lavori consentono ai visitatori di accedere a un mondo in cui l’arte non è solo bellezza, ma anche potente mezzo di riflessione e trasformazione sociale.
Pistoletto invita a riflettere sul tempo attuale, sull’evoluzione delle identità e sulle possibilità di cambiamento.
La mostra prende il nome da una delle opere più sorprendenti presentata in occasione della esposizione: “Metawork-United Portraits”. Qui, Pistoletto unendo tradizione e innovazione, utilizza un programma di intelligenza artificiale per creare un ritratto collettivo, partendo dalle fotografe di otto persone provenienti da Cittadellarte e ricombinandoli tra loro. È un’operazione che va oltre la fotografia, esplorando il concetto di identità, di collettività e di come l’arte possa contribuire a superare le barriere individuali e sociali. Ogni volto, ogni immagine, diventa parte di un tutto più grande, un “metawork”, un’opera che non esiste senza la somma di tutte le sue parti. Concetto che caratterizza il lavoro del maestro già nei Quadri Specchianti.
Cittadellarte è il progetto che Pistoletto ha creato nel 1998 a Biella, una “città-laboratorio” che ha come obiettivo quello di unire arte, cultura e impegno sociale. Qui l’artista ha dato vita a un luogo dove le discipline artistiche si intrecciano con le necessità della vita quotidiana, promuovendo l’arte come strumento per un cambiamento concreto della società. È proprio da questa esperienza che nasce la forza di “Metawork”, un’opera che porta con sé un messaggio di trasformazione collettiva e di impegno sociale
L’esposizione non si limita ad esplorare la dimensione tecnologica dell’arte, ma porta alle radici più autentiche di Pistoletto.
Tra le opere in mostra la serie “Messa a nudo” del 2020, in cui i protagonisti sono senza vestiti, unici e diversi. La figura umana viene presa per intero, come testimonianza di uno spaccato della società. Gli individui sono uguali davanti alla bellezza della diversità (etniche, culturali o religiose). Il superamento delle frontiere segnate dalla dimensione pittorica rappresenta per l’artista l’apertura a un paesaggio che si affaccia sulla contemporaneità dell’esistenza.
Il progetto “Divisione Moltiplicazione – Terzo Paradiso” è parte della serie di opere chiamata “Divisione e Moltiplicazione dello specchio”, che nasce dalla riflessione sul fatto che uno specchio può riflettere qualsiasi cosa tranne sé stesso. L’opera è composta da otto coppie di specchi, su cui è rappresentato il simbolo del Terzo Paradiso, dove il segno matematico dell’infinito è rielaborato tramite aggiungendo un terzo cerchio tra i due originali, simboli di natura e artificio. Il terzo cerchio rappresenta il “grembo generativo” di una nuova umanità, immagine di un superamento del conflitto tra natura e artificio nella società contemporanea.
Tra gli altri lavori in esposizione si trova “QR Code Possession – Autoritratto”. La prima presenta un’immagine del corpo dell’artista con dodici QR code tatuati – tecnologia che Pistoletto utilizza a partire dal 2019 – che permettono di accedere a immagini e testi relativi a diversi momenti della sua ricerca artistica.
In “ConTatto” riprende la famosa scena de La creazione di Adamo di Michelangelo, ma qui non è il contatto con la mano di Dio a creare Adamo, bensì il dispositivo dello specchio che genera la creazione dalla mano dell’uomo.
In “QR Code Possession – The Formula of Creation Meetings” (2023), venti grandi tele con altrettanti QR code colorati rimandano a video di incontri in cui Pistoletto discute il suo libro La Formula della Creazione.
“Labirinto” è un’installazione realizzata in cartone, un materiale povero e naturale che rimanda alla filosofia dell’Arte Povera e di cui è emblema, invita il pubblico a riflettere sulla complessità della vita e sulla continua ricerca di un cammino. È un’opera che sfida lo spettatore a perdersi, a ritrovarsi e a riflettere sulle scelte, sulle difficoltà e sulle opportunità che il nostro mondo ci offre.
“Metawor” sì fa portatrice di un messaggio potente: spogliando il corpo umano da ogni sovrastruttura, costringe il visitatore a confrontarsi con le proprie fragilità e con la verità di un’esistenza sempre più interconnessa e in trasformazione. Sono opere che parlano di vulnerabilità, di autenticità e di apertura verso un futuro che può essere migliore, ma che solo attraverso l’arte e la partecipazione collettiva possiamo costruire.
L’evento si inserisce con naturalezza nella tradizione della Reggia di Caserta, che da sempre è un luogo di incontro tra il patrimonio storico e l’arte contemporanea. La mostra dialoga con la collezione “Terrae Motus”, un altro esempio di come la Reggia sia diventata un punto di riferimento per l’arte moderna, creando un ponte ideale tra la magnificenza del passato e le sfide del futuro.
In questo contesto, l’arte di Pistoletto non è solo un’esperienza estetica, ma un invito a riflettere sulla nostra condizione attuale e sul nostro ruolo all’interno di una società che cambia. La Reggia diventa così un luogo dove il passato non è un ricordo, ma una guida che ci aiuta ad affrontare le sfide del presente e a costruire il futuro.
Adriana Talia