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Meloni: senza una visione politica omogeneavl’Europa è dei burocrati

AttualitàMeloni: senza una visione politica omogeneavl'Europa è dei burocrati

Avanti a difesa famiglia e donne, sempre più sotto attacco

Roma, 12 set. (askanews) – “Senza una visione politica omogenea l’Europa è dei burocrati. Abbiamo il dovere di provare a cambiare. Serve un sano bipolarismo che consenta a una nuova maggioranza di poter indicare una strada chiara in una fase storica decisiva per l’Europa”. E’ quanto afferma Giorgia Meloni, in un estratto del libro ‘La versione di Giorgia’ in cui Alessandro Sallusti intervista la Premier.

“L’Europa ha bisogno di fare scelte coraggiose, e quelle scelte per come la vedo io sono possibili solamente se la politica torna centrale e se a sostenere quella politica c’è una maggioranza composta da visioni non dico identiche ma almeno omogenee e compatibili”, sostiene la Presidente del Consiglio.

Meloni ricorda che l’attuale Parlamento europeo “fa perno su una alleanza tra popolari, socialisti e liberali di centrosinistra” con “un’aggravante: la timidezza della parte moderata ha lasciato campo libero a un’agenda politica in cui il rosso e il verde hanno preso il sopravvento, almeno fino a pochi mesi fa. È per questo che abbiamo il dovere di provare a cambiare”.

“Come in Italia – prosegue – governi sorretti da maggioranze così eterogenee, costretti a tenere insieme con il bilancino interessi in natura inconciliabili, finiscono per produrre politiche poco coraggiose, prive di visione. E senza visione, senza politica, si crea un vuoto che è riempito dalla burocrazia, i famigerati euroburocrati”.

Meloni si dice convinta che se si dimostra, “come stiamo facendo, che può esistere una destra di governo in una grande democrazia europea, seria e affidabile, ma anche coerente, se dimostriamo che le nostre ricette, demonizzate per anni, sono invece efficaci, allora quello che è accaduto da noi può accadere altrove. E le elezioni europee del 2024 possono diventare l’inizio di una nuova stagione”.

“La famiglia è l’istituzione più sotto attacco” e “la disgregazione” della famiglia, “intesa come l’unione tra un uomo e una donna” da cui possono venire “naturalmente al mondo i bambini” non può che portare “alla disgregazione della società nel suo complesso” dice la Premier in un estratto dell’anticipazione di un brano del volume ‘La versione di Giorgia’ riportato su ‘Avvenire’.

Mentre, sostiene la Premier, “a stare appresso alla sinistra stiamo statalizzando l’istituto famiglia: via le denominazioni madre e padre, via l’identità sessuale dei figli, regole educative calate dall’alto e imposte per legge, cancellazione selettiva dalla storia”. E lo si sta facendo usando il grimaldello della stessa “donna” e “soprattutto in quanto potenziale madre”.

“Le scelte sono individuali e si rispettano, ma la società, e la politica, devono preservare ciò che di più prezioso abbiamo. Ne consegue che chi vorrebbe che i figli si potessero comprare, scegliere da un catalogo, rifiutare se non fossero all’altezza delle nostre aspettative, non si rende conto di quale mondo contribuisce a imporre. Per questo continueremo la nostra battaglia contro l’utero in affitto, una pratica abominevole che nasconde un’altra nuova schiavitù sulla pelle delle donne, tendenzialmente povere”, conclude Meloni.

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