Inchieste dopo rapporto Ong: ce ne sarebbero quattro anche in Italia
Roma, 26 ott. (askanews) – I media olandesi hanno accusato la Cina di aver costituito due “stazioni di polizia” non dichiarate e illegali in Olanda per tentare di silenziare i dissidenti rifugiatisi in quel paese. Lo segnala oggi la BBC. Il ministero degli Esteri di Pechino, dal canto suo, ha respinto le accuse provenienti da Amsterdam. L’inchiesta è partita da un rapporto pubblicato quest’anno dall’ong spagnola Safeguard Defenders, secondo il quale due province cinesi avrebbero costituito 54 “centri di servizio di polizia all’estero” in 21 paesi di tutto il mondo. La maggior parte di questi sarebbero in Europa e, tra questi, nove in Spagna e quattro in Italia (Roma, Milano, Firenze e Prato). Ufficialmente queste unità svolgerebbero operazioni amministrative nella lotta al crimine transnazionale e servirebbero per il rinnovo delle patenti cinesi. Ma, secondo Safeguard Defenders, in realtà sarebbero impegnate a realizzare “operazioni di persuasione” contro dissidenti nel tetativo di costringerli a tornare in patria. I media olandesi hanno riportato la storia di Wang Jingyu, un dissidente, che ha detto di essere stato importunato dalla polizia cinese in Olanda. Ha raccontato di aver ricevuto una telefonata da qualcuno che sosteneva di essere appartenente a una stazione di polizia e questi l’avrebbe invitato a tornare in Cina per “risolvere i miei problemi e pensare ai miei genitori”. Dopo di questo, ha continuato, è iniziata una sistematica campagna d’intimidazione, a suo parere orchestrata dalle autorità cinesi. L’Ambasciata cinese in Olanda ha detto a RTL News di non avere alcuna contezza dell’esistenza di tali stazioni di polizia. La portavoce del ministero degli Esteri olandese Maxime Hovenkamp, dal canto suo, ha detto alla BBC che “il governo olandese non è stato messo a conoscenza di queste operazioni attraverso i canali diplomatici con il governo cinese, si tratta di qualcosa di illegale”. E ha continuato che si indagherà per decidere una risposta appropriata. Servizi consolari come il rinnovo dei passaporti, in base alle Convenzioni di Vienna, devono essere svolti nei luoghi appropriati come le ambasciate e i consolati, che godono di extraterritorialità. Invece, se dovesse essere confermata l’esistenza di questi posti di polizia “informali”, potrebbe trattarsi di violazioni dell’integrità territoriale dei paesi in cui si trovano. continua a leggere sul sito di riferimento