Aggressione violenta come non si è registrata da tempo
Roma, 5 ott. (askanews) – Le imprese vitivinicole italiane quest’anno si sono trovate davanti ad una aggressione della peronospora, “come non si è registrato da tempo”. Questo ha causato “una riduzione della produzione che l’Osservatorio vendemmiale Assenologi ISMEA e Unione Italiana vini stima drammatico per alcune regioni come l’Umbria, il Lazio, la Sicilia e parte della Toscana”. A fronte di tutto ciò, il Governo ha ritenuto però “di intervenire di più nel tempo più rapido possibile e con il decreto del 10 agosto 2023 ha previsto 7 milioni di intervento, che io spero di implementare in Parlamento durante la legge di stabilità”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, intervenendo al question time al Senato e rispondendo a una interrogazione sui sostegni alle aziende del vino rispetto ai danni da peronospora.
“Noi lo proveremo a fare nell’ambito delle risorse disponibili, anche nella fase di redazione del provvedimento – ha aggiunto il ministro – La riduzione della produzione non sempre corrisponde a una riduzione del valore, ed evidentemente noi dobbiamo intervenire per ripagare le imprese della perdita di valore più che della perdita di produzione, anche in considerazione del fatto che c’era un problema interconnesso al sistema vino che lei ben conosce, che è lo stoccaggio di un quantitativo di vino eccessivo prodotto lo scorso anno”.
Proprio sul tema dello stoccaggio “nel decreto abbiamo voluto prevedere anche un intervento normativo. C’è stato un emendamento, infatti, con parere favorevole del Governo che ha previsto la possibilità di utilizzare in deroga sul piano biennale le uve, aumentando la percentuale di quelle utilizzabili rispetto allo stoccaggio dell’anno precedente, in modo da ridurre le perdite per le aziende e mantenere sul mercato una quantità di vino italiano importante”. Certo, ora si dovranno aspettare l’imbottigliamento e la vendita, “per capire la perdita di valore sulla quale insieme avremo più occasioni di intervenire”.
Per quanto riguarda in particolare le imprese biologiche, “anche nel decreto che il Ministero provvederà a discutere con la Conferenza delle regioni e con le associazioni di settore valuteremo la tipicità e la tipologia delle diverse imprese e anche la possibilità di intervenire nella fase preventiva per cercare di limitare i danni, utilizzando le buone pratiche che la PAC prevede e che purtroppo sono limitate per le aziende biologiche al solo utilizzo del rame”.
“Abbiamo provato a chiedere una deroga alla Commissione europea – ha poi ricordato Lollobrigida – che però ci ha dato parere negativo, e di questo parere non possiamo che tenere conto. Inoltre, ha ricordato il ministro, “abbiamo lavorato sugli OGM del vino che evidentemente tengono conto in maniera preferenziale del biologico”.