ROMA – “Vigileremo in modo rigoroso su ogni diffusione che sia arbitraria e impropria” di intercettazioni. Lo dice il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, durante l’audizione in commissione Giustizia del Senato, sulle linee programmatiche del suo Dicastero. La diffusione degli ascolti nel corso di procedimenti “è uno strumento micidiale di violazione” dei diritti, “di delegittimazione personale e spesso politica”, aggiunge il Guardasigilli, con trascrizioni “spesso pilotate”.
Nordio sottolinea: “Non si è mai vista una condanna inflitta sulla sola base delle intercettazioni, che dovrebbero essere un mezzo di ricerca della prova e non uno strumento di prova”. Il ministro della Giustizia promette: “Proporremo una profonda revisione” del sistema delle intercettazioni.
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NORDIO: “NECESSARIO SEPARARE CARRIERE GIUDICI-PM”
C’è “l’esigenza di una separazione vera tra pm e giudice” che “non sussisteva 40 anni fa perchè l’ordinamento e i codici di procedura penale erano differenti: la polizia giudiziaria svolgeva le indagini con un margine di autonomia e a conclusione ne consegnava gli esiti al pm che era il coordinatore delle indagini, colui che garantiva in filtro di giuridicità e legittimmità nella trasmissione al giudiceciò che meritava di essere sottoposto a giudizio”. Lo dice il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, durante l’audizione in commisione Giustizia del Senato, sulle linee programmatiche del suo Dicastero. “Così si giustificava l’apparteneza del giudice e del pm allo stesso ordine giudiziario- continua Nordio – con il codice di procedura penale il cambiamento è stato sostanziale”. Ora il “pme svolge un ruolo completamente diverso dal giudice e quindi non ha senso che stia nello stesso ordine”.
NORDIO: “INTOLLERABILE ARBITRO DEI PM SU GESTIONE INDAGINI”
In Italia c’è “un intollerabile arbitrio” nella gestione delle indagini e nella priorità da dare ai fascicoli giudiziari. Lo dice il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, durante l’audizione in commisione Giustizia del Senato, sulle linee programmatiche del suo Dicastero nella parte dedicata a “discrezionalità dell’azione penale, ruolo del pubblico ministero e separazione delle carriere” Nordio spiega: “Con il novellato articolo 111 della Costituzione, il legislatore ha inteso consacrare almeno parzialmente i principi del rito anglossasone, caratterizzato dalla pubblicità, oralità e immediatezza che avevano ispirato alla fine degli anni ’80 il Codice Vassalli, ma questo recepimento è stato così parziale che rischia ancora di essere minato da alcune contraddizioni insanabili. Nell’ordinamento anglossassone la discrezionalità dell’azione penale è vincolata a criteri oggettivi” e i magistrati sono tenuti a rispettare “il concreto allarme sociale suscitato dai diversi reati e alle probabilità di successo dell’indagine, la sequenza, la priorità di queste indagini”. In Italia, continua Nordio, “al contrario la obbligatorietà è stata mantenuta ed esprime il dovere del magistrato di procedere ogni qual volta venga a conoscenza di un reato garantendo l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, di fatto si è convertita in un intollerabile arbitrio”. E ancora: “Nella gestione di migliaia di fascicoli il pubblico ministero non è in grado per carenza di risorse di occuparsene integralmente e quindi è costretto a una scelta. Non solo ma può trovare spunti per indagare nei confronti di tutti senza rispondere a nessuno”.
NORDIO: “PM SENZA RESPONSABILITÀ PER MALAGESTIONE”
La gestione dei fascicoli giudiziari da parte dei pm “talvolta conferisce alle ambizioni di alcuni magistrati, per fortuna pochi, un egemonia resa più incisiva dall’assenza di responssabilità in caso di malagestione”. Lo dice il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, durante l’audizione in commisione Giustizia del Senato, sulle linee programmatiche del suo Dicastero. “Come capo della polizia giudiziaria infatti – continua Nordio – il pm ha infatti una reale autorità esecutiva, ma come ma come magistrato gode della garanzia dei giudici e quindi è svincolato da quei controlli che in ogni democrazia accompagnano e limitano l’esercizio di un potere”.
L’APPELLO AL PARLAMENTO: “SI CONVOCHI, IL CSM NON PUÒ RESTARE SOSPESO”
“Auspico una veloce convocazione delle Camere” per l’elezione di membri laici del Consiglio superiore della magistratura. Lo dice il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, durante l’audizione in commisione Giustizia del Senato, sulle linee programmatiche del suo Dicastero. “Un organo così delicato – aggiunge Nordio – non può restare sospeso”.
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