Istat, si amplia divario tra chi ha minori e maggiori capacità di spesa
Roma, 17 gen. (askanews) – Nel 2022 l’impatto dell’inflazione, misurata dall’Ipca, è più ampio sulle famiglie con minore capacità di spesa e raggiunge il +12,1% contro il +7,2% per quelle con maggiore capacità di spesa. E’ quanto emerge dai dati Istat che certificano, nel 2022, un’impennata dei prezzi al consumo all’8,1%, al top dal 1985.
La marcata crescita dell’inflazione generale, che ha caratterizzato tutto il 2022, è determinata quasi interamente dalla dinamica dei prezzi dei beni e in particolare da quella dei Beni energetici. Anche i prezzi dei servizi risultano in accelerazione, sebbene in modo molto più contenuto. Poiché i beni incidono in misura maggiore sulle spese delle famiglie meno abbienti e viceversa i servizi pesano maggiormente sul bilancio di quelle più agiate, la crescita dell’inflazione, che riguarda tutti i gruppi di famiglie, è più ampia – ha spiegato l’Istat – per le famiglie del primo gruppo rispetto a quelle del quinto gruppo”. In particolare, per le famiglie del primo quinto, l’inflazione in media d’anno accelera di 9,7 punti percentuali passando da +2,4% del 2021 a +12,1% nel 2022, mentre per quelle del quinto gruppo, accelera da +1,6% dello scorso anno a +7,2%, del 2022.
Pertanto, rispetto al 2021, il differenziale inflazionistico tra la prima e la quinta classe si amplia ed è pari a 4,9 punti percentuali.
L’analisi degli andamenti in corso d’anno mostra come, per le famiglie con minori capacità di spesa, l’inflazione cresca in maniera marcata sin dal primo trimestre dell’anno, passando da +4,7% dell’ultimo trimestre 2021 a +8,3%, proseguendo con accelerazioni della crescita sia nel secondo (+9,8%) che nel terzo trimestre (+11,6%) fino a portarsi a +18,4% nel quarto trimestre dell’anno.
Mlp