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##In Ucraina si prepara campo di battaglia, ma retorica è meno dura

Attualità##In Ucraina si prepara campo di battaglia, ma retorica è meno dura

Per midterm Usa toni più pacati. Varsavia alza nuova cortina
Milano, 8 nov. (askanews) – Proprio mentre si prepara il campo di battaglia su Kherson e i russi fortificano con i “denti di drago” le linee difensive intorno a Mariupol, c’è chi vede segnali se non di pace, di maggiore propensione al dialogo. Il primo spiraglio lo ha dato il Washington Post che ha riferito nel fine settimana come l’amministrazione del presidente Joe Biden ha esortato l’Ucraina a mostrare un atteggiamento più aperto nei confronti di possibili colloqui di pace con la Russia. Mosca dal canto suo, nonostante l’aggressione, non ha mai escluso il tavolo dei negoziati, pur sottolineando spesso che per Mosca il vero interlocutore sono gli Usa. Nelle ultime ore il consigliere numero uno di Zelensky, Mykhailo Podolyak, ha affermato che è assurdo suggerire che i paesi occidentali spingano Kiev a negoziare alle condizioni di Mosca, poiché sono stati loro a fornire all’Ucraina le armi per cacciare le forze russe dalla sua terra. Tuttavia ha detto che l’Ucraina non si è mai rifiutata di negoziare con la Russia ed è pronta per i colloqui con il suo futuro leader, ma non con Vladimir Putin. Ieri sera, Zelensky ha chiesto al mondo di “costringere la Russia a veri colloqui di pace”, ma allo stesso tempo ha ripetuto le condizioni precedenti: ritiro totale della Russia dai territori occupati, risarcimento dei danni di guerra e perseguimento dei criminali di guerra. Nonostante le condizioni, la retorica per qualcuno è meno dura di prima, ovvero quando il presidente ucraino a settembre dichiarò che sarebbe “impossibile tenere colloqui di pace” con Putin. Questo certo non significa spalancare le porte ai colloqui di pace, ma almeno esiste qualche spiraglio in più. Come il punto interrogativo lasciato sulla presenza di Zelensky al G20: lo stesso leader ucraino aveva detto la scorsa settimana che non avrebbe preso parte se ci fosse stato il presidente russo Vladimir Putin. Ora invece al vertice del 15-16 novembre in Indonesia, secondo Serhiy Nykyforov, il suo portavoce, Zelensky parteciperà: non è ancora chiaro come. Virtualmente o di persona. Intanto però la guerra continua inesorabile: la prossima grande battaglia dovrebbe essere su una piccola sacca di terra controllata dai russi sulla riva occidentale del fiume Dnipro, che include la città di Kherson, l’unica capitale regionale che la Russia ha conquistato dalla sua invasione, cominciata il 24 febbraio. Mentre una “Linea Wagner” – dal nome della ben nota compagnia di mercenari russi – è apparsa intorno a Mariupol secondo l’intelligence britannica: si tratta di strutture difensive, note anche come “denti di drago”, installate tra Mariupol e il villaggio di Nikolskoye, e nel nord della città, fino al villaggio di Stary Krym. In precedenza, le stesse fortificazioni anticarro apparivano nell’autoproclamata (e recentemente annessa da Mosca) repubblica di Lugansk. Oggi a Kiev è giunta inoltre la rappresentante permanente degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite Linda Thomas-Greenfield: si è “parlato della situazione al fronte e del terrore missilistico russo” ha scritto Zelensky sul suo canale Telegram. “Quasi il 40% delle nostre infrastrutture energetiche è stato danneggiato da attacchi mirati. Pertanto, la prima priorità è la creazione urgente di uno scudo aereo sull’Ucraina” ha aggiunto. Il tutto mentre gli Stati Uniti stanno tenendo le elezioni di medio termine per il Congresso. Nella corsa elettorale gli aiuti a Kiev sono stati tema del contendere, con alcuni candidati repubblicani di destra che hanno criticato il costo degli aiuti militari statunitensi. Ieri, secondo Reuters una fonte ha confermato che il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan aveva tenuto colloqui con funzionari russi per evitare l’escalation del conflitto, come riportato per la prima volta dal Wall Street Journal. Il Cremlino ha rifiutato di commentare. Ma in Europa c’è chi pensa che l’unica strada con Mosca sia quella interrotta dal filo spinato: non solo la Finlandia, ma anche la Polonia sta cominciando a costruire un muro per rafforzare i propri confini con la Russia. La scorsa settimana, il vice primo ministro polacco, capo del ministero della Difesa, Mariusz Blaszczak, ha annunciato di aver preso la decisione di costruire una barriera temporanea al confine polacco con l’oblast russa di Kaliningrad: è composta da tre file di recinzioni e verranno anche eseguiti lavori per installare dispositivi che consentiranno la sorveglianza elettronica delle frontiere. continua a leggere sul sito di riferimento

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