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In Senato è il giorno della Manovra. Calenda: “Legge indecorosa, votiamo no”

PoliticaIn Senato è il giorno della Manovra. Calenda: “Legge indecorosa, votiamo no”

ROMA – Nell’Aula del Senato è il giorno decisivo per l’approvazione della Manovra. Alle ore 9 sono iniziate le dichiarazioni di voto per la fiducia chiesta ieri dal Governo sulla legge di Bilancio. Il voto è previsto per le 12.

CALENDA STRONCA LA MANOVRA

“Permettetemi di iniziare rimarcando l’assenza della presidente del Consiglio e del ministro dell’Econiomia che dimostra ancora una volta in che considerazione tiene il Parlamento che pure pretendeva di difendere con l’usuale assertività quando era all’opposizione. Prima la stampa e poi le camere. Bene così. Rivolgerò comunque a lei in absentia il mio intervento. Francamente la prima cosa che mi viene da dire commentando questa legge di bilancio è: ma che davvero?!”. Carlo Calenda, leader del Terzo Polo, lo dice in sede di dichiarazione di voto nell’Aula del Senato dove è in corso l’esame della manovra, scegliendo una tipica espressione romanesca.

Voteremo convintamente contro questa indecorosa legge di Bilancio“, precisa Calenda. “Ma che davvero, dopo dieci anni di proclami rivoluzionari, inni a Trump, Bolsonaro, Johnson, Orban, Putin, richieste di uscita dall’euro, lotte titaniche contro il mainstream e i poteri forti avete prodotto una cosina così grigia e inutile?”, chiede il leader di Azione rivolgendosi alla maggioranza. “La legge di Bilancio dovrebbe riflettere la vostra visione del Paese e nel vostro caso dovrebbe esprimere i contenuti della gloriosa rivoluzione sovranista, i pugni sul tavolo, il prima gli italiani e tutta quella roba lì. E invece questa legge di Bilancio può essere definita tutt’al più, ma proprio volendo essere molto magnanimi, un ‘atto di presenza’ privo di qualsiasi visione“.

Per Calenda si tratta di “una legge piena di mance e mancette che storicamente si colloca tra il peggio di Berlusconi e il meglio di Salvini. Tanto rumore per nulla insomma. Da Evola a Cirino Pomicino verrebbe da dire, senza però voler fare un torto allo statista democristiano. Abbiamo passato settimane a discutere di Pos, di rottamazione delle cartelle e di tetto al contante in un Paese che ha 100 miliardi di evasione fiscale, una roba ridicola e triste quasi quanto la retromarcia imposta dalla Commissione europea. Altro che ‘battere i pugni sul tavolo’, qui vi siete nascosti sotto il tavolo dopo essere stati giustamente sgridati”.

Il prossimo anno però, osserva Calena, “sarà tostissimo per il Paese. Tassi in aumento, recessione, stretta creditizia, costo del debito. Ma tutto questo non sembra sfiorarvi”, dice il leader di Azione, “i provvedimenti per la crescita e gli investimenti sono infatti irrisori“. E a Salvini e Berlusconi “chiedo: avete mandato via con arroganza e supponenza Mario Draghi a ridosso della sessione di bilancio per fare questo scempio? Mi verrebbe da dire, nel dialetto che mi accomuna alla èresidente Meloni, ‘aridatece Mario’”, conclude Calenda.

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