É stata inaugurata l’8 giugno, presso lo Studio Trisorio di Napoli della Riviera di Chiaia, la personale di Mimma Russo dal titolo La luce del nero.
L’astista di origine irpine, ha fatto del colore nero la sua cifra stilistica. Fin dagli inizi della sua carriera, ha deciso di utilizzare questo unico pigmento, poiché da esso è sempre stata affascinata.
Il nero, estremo punto di contrasto chiaroscurale, viene esplorato nella sua essenza cromatica, come il non-colore capace di assorbire e contenere tutti i colori e di esprimersi in una scala di toni quasi infinita a seconda della luce, delle combinazioni di pigmento che l’artista utilizza, ma anche dell’acutezza visiva, della soglia sensoriale individuale.
La materia privilegiata di Mimma Russo è il legno che viene tagliato, piegato, attorcigliato e perde la sua rigidità, divenendo superficie duttile dei suoi quadri e delle sue sculture modulari tridimensionali.
Ma essa ama sperimentare utilizzando tecniche e materiali diversi, come dimostrano le opere più recenti, in mostra, in cui ha introdotto l’uso di cristalli nel nero del legno, la carta, il vetro, l’acciaio specchiante e sperimenta nuovi accostamenti cromatici.
Le opere della Russo sono, ognuna in modo diverso e personale, in dialogo con la luce, con le ombre e con l’oscurità e, di conseguenza, si accendono di una loro personale vitalità. Così ogni superficie può essere profonda o specchiante o avere entrambe queste proprietà a seconda di come la si guardi.
Mimma Russo ha tenuto numerose mostre personali e ha partecipato a collettive in Italia e all’estero, ha diretto gli “Incontri Internazionali d’Arte” ad Anacapri. Ha realizzato scenografie per spettacoli teatrali e per telefilm prodotti dalla Rai.
I suoi lavori fanno parte di importanti collezioni private e pubbliche, fra le quali: Museum voor Schone Kunsten di Gand, the International Concrete Poetry Collection di Oxford, the Poetry Collection di Buffalo e il Museo del Novecento di Napoli.
Le quindici opere in mostra saranno visibili fino al 16 settembre.
Lo Studio Trisorio ha aperto le sue porte al pubblico nel 1974, per volontà di Pasquale e Lucia Trisorio, con una mostra di Dan Flavin. Lo studio ha sempre accolto tutti i linguaggi dell’arte contemporanea, inclusi la fotografia, il video e l’installazione.
Adriana Talia
