Dal 28 gennaio a Palazzo Loredan
Milano, 14 dic. (askanews) – “De’ visi mostruosi non parlo, perché senza fatica si tengono a mente”, così si legge tra le annotazioni di Leonardo da Vinci nel Codice Atlantico e nel Trattato della Pittura; e sicuramente rimarranno impresse nelle menti dei visitatori le tante “teste caricate” o “grottesche”, i volti deformi, le figure esagerate o caricaturali realizzate dai grandi artisti attivi in Italia settentrionale tra il XVI e il XVIII secolo, che saranno esposti nella nuova mostra promossa a Venezia dalla Fondazione Giancarlo Ligabue, presentata a Milano alla Biblioteca Ambrosiana.
Il nuovo progetto dell’istituzione guidata da Inti Ligabue – in programma nella città lagunare a Palazzo Loredan-Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti dal 28 gennaio al 27 aprile 2023 – ci proietta in un mondo straniante e intrigante, collaterale rispetto al bello, al sublime o all’ideale oggetto privilegiato dalla pittura. L’obiettivo dichiarato della mostra curata da Pietro C. Marani, tra i più autorevoli studiosi di Leonardo, non è tanto indagare come e perché si sviluppi il singolare e affascinante genere della caricatura, o meglio della deformazione e trasformazione dei tratti fisiognomici (dalla crisi dell’Umanesimo alla crisi della Serenissima), quanto rendere evidente l’esistenza di una linea di continuità “settentrionale” in quest’ambito; che, partendo appunto dai “visi mostruosi” di Leonardo e dalle “pitture ridicole” dei Lombardi, assunte le esperienze del naturalismo carraccesco, fiorirà in laguna nella prima metà del Settecento.
“Sono due eccellenze italiane che si incontrano – ha detto monsignor Alberto Rocca, dottore della Veneranda Biblioteca Ambrosiana – una molto antica e una nuova, la Biblioteca Ambrosiana e la Fondazione Giancarlo Ligabue, che condividono l’idea di promozione della cultura”.
Oggi con questa nuova mostra – ha aggiunto Inti Ligabue, presidente della Fondazione Giancarlo Ligabue – affrontiamo in fondo la paura e nello stesso tempo la morbosa curiosità che l’uomo ha per la degradazione fisica e il bisogno di affrontarla. Si parte dall’analisi scientifica, per poi arrivare allo scherno nella Venezia di fine Settecento. La mostra si chiude con uno scatto in avanti, con un trittico di Francis Bacon. Si parla sempre di umanità, è questo che la collega agli altri progetti della Fondazione”.