Costi insostenibili, microimprese preoccupate per fine mercato tutelato
Roma, 17 dic. (askanews) – Il costo dell’energia per le imprese del terziario, al netto delle misure già stanziate dal Governo, rimane “insostenibile” con una spesa complessiva (elettricità e gas) per il 2022 di circa 40 miliardi, più del triplo rispetto al 2021 (13 mld). E’ quanto emerge dall’osservatorio di Confcommercio Energia, l’analisi trimestrale realizzata in collaborazione con Nomisma Energia.
Per la spesa elettrica, dunque, da inizio anno si sono registrati aumenti di oltre il 150% per alberghi e alimentari e più del 130% per bar e ristoranti. Bolletta raddoppiata anche per le famiglie (da 24 a 54 miliardi), mentre il caro gasolio ha prodotto un aumento di 11mila euro l’anno per un Tir rispetto a pre-Covid.
Rispetto a luglio, ad ottobre si registra un “fortissimo rincaro” delle offerte elettriche sul mercato libero riguardo al settore terziario, come anche in quello domestico. L’aumento del prezzo del kWh pagato mediamente dalle imprese del terziario è +74%. Anche per le offerte di gas naturale, rispetto alla rilevazione di luglio, si registra una “fortissima impennata” del prezzo, con valori che addirittura arrivano a toccare il +104%.
Inoltre, rispetto alle precedenti rilevazioni dell’osservatorio Confcommercio Energia, dove si evidenziava una maggiore convenienza delle offerte del mercato libero rispetto alle tariffe del tutelato, emerge a ottobre l’opposto: con una tariffa regolata per l’ultimo trimestre 2022 di 0,66 euro/kWh, il tutelato ha valori più bassi del mercato libero dove i prezzi sono abbondantemente superiori a 0,75 euro/kWh. Dati che preoccupano molto in vista del previsto superamento del fine tutela per le microimprese (rinviato dall’Arera dal 1 gennaio al 1 aprile 2023) e che rendono quindi necessario un ulteriore intervento di proroga, almeno a tutto il 2023.