ROMA – “Dobbiamo rispondere con la ragione innanzitutto. Mi ero permesso di dire che i blitz servono a poco, è molto più utile raddoppiare gli organici dei carabinieri a Caivano. Noi abbiamo 120 unità nella compagnia di Caivano, che però insistono su quattro comuni, non solo Caivano. La prima cosa da fare è raddoppiare o triplicare le forze dell’ordine stanziate permanentemente sul territorio. L’obiettivo è avere le pattuglie per strada 24 ore su 24 perché questo serve a fare un lavoro di contrasto vero della criminalità organizzata. Poi facciamo anche un investimento sulla videosorveglianza generalizzata. Telecamere accese 24 ore su 24 dappertutto. Problemi di privacy? Quando si è in guerra si è in guerra. Se dobbiamo fare il lavoro di contrasto bisogna farlo”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, a margine di una conferenza stampa a palazzo Santa Lucia.
“Poi non dimentichiamo mai – ha proseguito – che queste misure sono l’emergenza, necessaria ma non sufficiente. Dobbiamo reprimere, ma dobbiamo lavorare contestualmente per iniziative sociali, come abbiamo cominciato a fare come Regione per portare i ragazzi a scuola anche di pomeriggio e di sera anziché lasciarli per strada, come abbiamo fatto in quattro istituti di Caivano, il don Milani, l’Itc Parco verde, il De Gasperi e l’Emilio Sereni. Quattro scuole finanziate con Scuola viva. Dobbiamo incrementare l’attività sportiva, siamo arrivati a 50mila richieste del voucher stabilito dalla Regione di 450 euro per famiglia per consentire ai bambini di fare attività sportiva. Dobbiamo preparare un piano per la formazione professionale. Tutto questo richiede tempi più lunghi ma dobbiamo metterle in campo altrimenti rimarrà demagogia dietro di noi. Iniziative immediate anche repressive ma poi – ha concluso De Luca – un lavoro ampio sul piano sociale e formativo che deve coinvolgere tutta la società di Caivano e del Paese”.
PATRICIELLO: NON BASTANO FORZE ORDINE? MA ORA SERVONO
“Anche su Caivano emergono le solite polemiche appena si tocca il discorso delle forze dell’ordine. Arriva subito il professorone di turno che dice che non basta. Ma dobbiamo essere onesti fino a farci male, l‘altra notte durante la stesa la gente era terrorizzata, le persone al balcone si sono buttate a terra, là non ci voleva un maestra delle elementari, ci voleva la polizia e ci volevano i carabinieri. Io non ho mai creduto che carabinieri e polizia potessero risolvere i problemi. Ci vuole anche l’esercito di maestri elementari, ci vuole l’esercito di assistenti sociali, ci vuole il lavoro, ci vuole lo sport sulla cultura però, ad essere onesti, servono anche le forze dell’ordine ora“, dichiara don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano (Napoli), a margine dell’incontro ‘Insicurezza e illegalità. Mo’ basta’ nella sala del Consiglio comunale di Napoli.
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PATRICIELLO: DA STUPIDI STESA CON OCCHI ITALIA PUNTATI ADDOSSO
“Io sugli spari una interpretazione esatta non ce l’ho. Penso che possono essere il frutto di una lotta tra clan che in questo momento in cui evidentemente i capi sono in galera loro si stanno spartendo il territorio. Se è così dimostra tutta la loro debolezza sul territorio. Perché una persona intelligente, una persona normale una stesa al parco Verde in questi giorni non l’avrebbe fatta: abbiamo gli occhi addosso di tutta l’Italia, del governo, del parlamento, del presidente della Repubblica. Vuol dire che sono stupidi, vuol dire che sono in grossa difficoltà, quindi non è un segnale di forza ma un segnale di grande debolezza. Poi può darsi che sia anche una sfida allo Stato, le due cose non si escludono”, aggiunge.
CAIVANO. PATRICIELLO: QUI I NAPOLETANI IN CRAVATTA A COMPRARE DROGA
“Il parco Verde è un problema perché è diventato una delle più grandi piazze di spaccio d’Europa, però se al Parco Verde si vende è perché i napoletani la vengono a comprare la droga: vengono a comprare i napoletani professionisti, quelli con la cravatta, con la camicia, quelli che poi vengono chiamati dottori e la vengono a comprare da Caserta. Gli ultimi due morti per overdose erano uno di Cicciano e un altro di Maddaloni, non era nessuno di Caivano: dove c’è una domanda ci sta anche una risposta, è normale, e allora vedete come si allarga il problema”.
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