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Dal rave al fake il decreto ha vita breve

PoliticaDal rave al fake il decreto ha vita breve

ROMA – Dal rave al fake il decreto ghost del Governo continua a far discutere. Ha tenuto banco tutta la mattina la foto di quello che doveva essere “l’emendamento del Viminale all’articolo 5 del decreto legge 31 ottobre 2022, n. 162, per chiarire il campo di applicazione della norma anti rave party”. Tutto ha inizio verso le 12.45 dall’account di Carmelo Palma, direttore di stradeonline.it, che twitta il presunto testo dell’emendamento con tanto di foto. Da lì è partito un tam tam che da Twitter è passato alle chat whatsapp dove in tanti si sono interrogati sulla veridicità del presunto emendamento del Viminale.

Non erano mancate le reazioni al decreto ‘anti rave’, per le opposizioni è un tentativo da parte del Governo di mettere fuori gioco ogni forma di dissenso organizzato dalle manifestazioni studentesche a quelle sindacali. Per questo un chiarimento da parte del Viminale poteva essere credibile, ma, come hanno avuto modo di sottolineare molti utenti su Twitter, alcuni passaggi dell’emendamento erano poco credibili al limite del ridicolo. In primis quel “fruizione di musica non autoctona” e “il consumo di sostanze psicotrope” come a dire vanno bene i rave, ma niente droga e solo musica italiana.

Poi è arrivata la smentita e lì dove era nata la fake news muore. Infatti è lo stesso Palma che twitta “UN BEL GIOCO DURA POCO. Questa mattina ho provato a pensare a come il Governo avrebbe potuto limitare ai cosiddetti rave party una norma, che evidentemente non può definire questi raduni, e distinguerli da altri di tipo analogo, semplicemente denominandoli rave party. Tutte le soluzioni mi sono sembrate imprecise, inattendibili o palesemente ridicole. Allora- ridicolo per ridicolo- facendo il verso al giuridichese prefettizio della norma originaria ho scritto un emendamento formalmente corretto, ma grottesco e parodistico”.

Evidentemente non troppo grottesco e parodistico vedendo i tanti, anche addetti ai lavori, che ci sono cascati. “Il che non depone affatto contro la loro professionalità: conferma invece che di fronte a un governo e un legislatore così improbabile diventa possibile e può essere creduto come vero, perchè il confine razionale tra il credibile e l’incredibile è completamente saltato”.
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