A quasi vent’anni dalla bancarotta il racconto su Audible.it
Milano, 28 dic. (askanews) – Diciannove anni fa, esattamente la sera del 27 dicembre 2003, con l’arresto a Milano di Calisto Tanzi, deflagrava uno dei casi finanziari più clamorosi del nostro Paese: il crac Parmalat. L’imprenditore di provincia, che aveva fatto conoscere agli italiani il latte a lunga conservazione e le confezioni in tetrapack al posto di quelle in vetro, diventava il protagonista di una truffa enorme che scosse l’intero Paese e gettò nel panico migliaia di risparmiatori. Ora questa storia è un podcast, prodotto da Chora Media in esclusiva per Audible, che Pablo Trincia ha scritto insieme a David Chierchini. Nelle sei puntate di “Crac! La storia del caso Parmalat”, Trincia mette in fila i passaggi che portarono a questa bancarotta fraudolenta iniziata ben prima del 2003 affidandosi alle voci di risparmiatori, inquirenti, finanzieri, l’autista personale, la benzinaia del paese. “La storia è estremante affascinante e terrificante perchè ci hanno rimesso tante persone – ha raccontato Trincia che ha impiegato circa quattro mesi per realizzare questo podcast, il primo dei suoi su temi economico-finanziari – All’interno c’è la saga di questo uomo, Calisto Tanzi, che a differenza dei vari Maddoff, figure cattive della finanza, aveva l’aura di un personaggio super influente ma a quanto pare di uomo mite”.
Tanzi, che è scomparso il primo gennaio 2022 a 83 anni, nel podcast viene ripetutamente descritto come una persona riservata, credente, molto legata alla famiglia e all’azienda che aveva costruito e fatto crescere nella provincia parmense, guadagnandosi la fiducia non solo della comunità locale ma anche dei consumatori italiani. Una persona stimata e insospettabile, mai percepita e raccontata come un vero cattivo. “La storia di questo grande crac non è arrivata a noi con quella componente crime che l’avrebbe sigillata nella memoria delle persone – racconta Trincia – in realtà ha una fortissima componente crime: dentro ha una storia che dura 13 anni perchè tutto inizia negli anni 90 quando naufraga l’investimento in Odeon tv lasciando un buco di oltre 250 miliardi di lire”, il valore dell’investimento iniziale per l’avventura televisiva sul terzo polo intrapresa alla fine degli anni 80 e durata appena tre anni. Quella televisiva in realtà non sarà l’unica deviazione rispetto al comparto alimentare che Tanzi farà: ci saranno gli investimenti nel settore turistico con ParmaTour e quelli nello sport col Parma Calcio prima di tutto. Sotto la sua guida Parmalat arriverà anche a essere quotata in borsa (attraverso l’acquisizione della Finanziaria Centronord che diventerà Parmalat Finanziaria) beneficiando di una tale fiducia da parte dei mercati da rendere gli investitori ciechi di fronte alle enormi perdite che si nascondono dietro l’immagine del grande imprenditore.
Per raccontare la galassia di questi intrecci, finanziari ma anche politici, di Tanzi e poi del suo direttore finanziario Fausto Tonna, Trincia ha scelto le voci dei tanti che questa storia l’hanno lambita o peggio attraversata. “In questi casi devi essere un po’ creativo nella scelta delle persone e delle voci: siamo andati da Gigi Buffon per farci raccontare la storia del Parma Calcio, siamo andati a parlare col direttore di Odeon tv e allora scopri mondi che non sapevi sul calcio, sulla tv di quegli anni, sul turismo. Abbiamo cercato di rendere l’idea di tutti questi mondi collegati alla Parmalat di Tanzi”.
Ciò che colpisce di più nel racconto corale di quello che Trincia definisce un “gioco diabolico” è inevitabilmente la sofferenza delle “persone semplici”. “Quando ascolti la storia di uno dei figli dei truffati pensi a tutti gli sforzi che uno fa per 40 anni per mettere da parte 60-70mila euro di risparmi, pensi a tutte le rinunce, alle volte che non ha visto i figli per lavorare e poi ha visto sparire tutto in pochissimo”. O come la storia dell’operaio trevigiano “che ha investito 88 mila euro tre giorni prima del crac: aveva 32 anni e dai 16 ai 32 anni non aveva mai fatto un giorno di ferie per lavorare, fare straordinari e mettere da parte dei soldi: quando ti succede una cosa così dopo non ti riprendi più, perdi la salute mentale. Noi abbiamo toccato con mano il livello di totale annientamento familiare. E alla fine chi ha pagato? Solo le persone più semplici”.