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Cnpr forum, nuova riforma per l’abuso d’ufficio?

EconomiaCnpr forum, nuova riforma per l’abuso d’ufficio?

Pagano (FI): “Questo reato costituisce un impedimento all’attività degli amministratori”

D’Orso (M5s): “La riforma è stata già attuata dal governo Conte”

Gianassi (PD): “Esecutivo chiarisca cosa intende fare”

Lucaselli (FdI): “Troppa discrezionalità nuoce all’attività degli enti locali”

“Il ritmo dei processi per il reato di abuso d’ufficio richiede una riforma. È un reato che interferisce in modo sostanziale con la libera attività degli amministratori locali. L’ANCI  stessa ne chiede l’abrogazione. Con la riforma del reato di abuso d’ufficio vogliamo superare un problema serio e dare slancio alla Pubblica Amministrazione. Le statistiche dimostrano che per un gran numero di procedimenti penali le condanne sono solo il 3%; nel 2021 saranno 5400”.

Queste le parole di Nazario Pagano (Forza Italia), presidente della Commissione Affari Costituzionali a Montecitorio, nel corso del webinar “Oltre il 90% dei casi di procedimenti penali per abuso d’ufficio contro i pubblici amministratori si concludono con assoluzioni. E’ necessaria la riforma sull’abuso d’ufficio?” promosso da Cassa previdenza ragionieri ed esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.

“Questi numeri, ha proseguito il presidente Pagano, creano una situazione in cui gli amministratori sono costretti ad adottare un approccio molto cauto, nel timore che già soltanto la pendenza del giudizio provochi una serie di danni, non solo alla loro reputazione, ma anche alla loro competenza di amministratori locali.

Quindi l’abuso di autorità, se non abolito, deve essere quantomeno riformato. La probabilità che un reato venga definito come reato effettivo solo se viene dimostrato contro una persona specifica deve essere notevolmente ridotta”.

Al contrario, Valentina D’Orso (deputata del M5s in Commissione Giustizia alla Camera) ha dichiarato: “Non c’è bisogno di una riforma sull’abuso di Autorità. Vorrei ricordare e sottolineare che l’ultima riforma su questo reato è avvenuta appena tre anni fa ed è stata completata dal Governo Conte II.

Con questo apparato normativo abbiamo definito e limitato più chiaramente la condotta degli amministratori. Gli effetti di questa riforma hanno già iniziato a manifestarsi e lo stesso Ministero della Giustizia lo ha confermato con i dati pubblicati in questi giorni.

Pertanto, guardiamo che questa riforma produca tutti i suoi effetti e lasciamo perdere questo intervento a più riprese, che non ha nulla a che fare con l’efficienza giudiziaria e non è altro che un ammiccamento all’impunità”.

Invoca chiarezza da parte del Governo Federico Gianassi (parlamentare del Partito Democratico in Commissione Giustizia a Montecitorio) ha aggiunto: “Per quanto riguarda il reato di abuso di Autorità, si tratta di una questione molto delicata e che preoccupa molto i funzionari amministrativi.

C’è una parte del Governo che sostiene l’abolizione del reato di abuso d’ufficio e un’altra parte che sostiene la riforma del reato e il mantenimento del reato riformato. Abbiamo notato che le riforme sono state approvate nel 2020 e abbiamo chiesto dati per verificare il funzionamento delle nuove norme, che sono state riscritte nel 2020.

I primi dati mostrano una diminuzione dell’utilizzo. Abbiamo avanzato proposte per una revisione delle responsabilità contabili, per le responsabilità gestionali e per una chiara distinzione normativa tra la funzione politica di definizione delle politiche e la funzione tecnica di adozione delle leggi. Queste proposte sono ancora in fase di stallo”.

Secondo Ylenja Lucaselli (deputata di Fratelli d’Italia in Commissione Bilancio alla Camera): “il reato di abuso di Autorità va necessariamente modificato in una prospettiva più generale rispetto alla legge Severino.

La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 8 del 2022, ha chiarito che l’abuso di potere deve essere modificato per far ripartire il Paese. Il Governo si metterà subito all’opera per modificare tutti i reati contro la Pubblica Amministrazione e per rendere più chiare le pene enormi e spesso sproporzionate che colpiscono gli amministratori pubblici.

Lo stallo delle indagini e degli avvisi di garanzia nel 93% dei casi, e quindi il blocco delle attività amministrative italiane e locali per paura di azioni di firma, è un problema grave che va superato”.

Il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Pasqua Borracci (commercialista dell’Odcec di Bari): “Oltre il 90% dei casi di abuso di Autorità contro funzionari amministrativi si conclude con l’assoluzione dell’imputato.

Queste cifre sono chiaramente incompatibili con l’esigenza del Paese di migliorare l’efficienza delle PA e di ridurre il carico intollerabile che grava sulla magistratura. Il grande processo di innovazione e digitalizzazione è fondamentalmente minato da un fenomeno presente in molti uffici pubblici: la paura delle firme”.

La conclusione è stata affidata a Paolo Longoni (consigliere dell’Istituto Nazionale Esperti Contabili): “Il reato di abuso di Autorità è uno dei più complessi del nostro Paese. Questo reato è stato emendato quattro volte in tempi molto recenti. Nei primi tre emendamenti è stata ampliata la portata del reato, sia come pena che come crimine.

L’ultima modifica del 2020, invece, è stata diretta a delimitare l’ambito di applicazione del reato, eliminando la possibilità di integrare le violazioni dei principi generali della condotta dei pubblici ufficiali e rendendolo un reato più generale, in cui le violazioni commesse dai pubblici ufficiali sono integrate solo se riguardano norme, leggi o atti della stessa portata in primo grado.

In effetti, l’abuso di Autorità rimane un reato dal contenuto abbastanza generale ed è talmente frequente che nessuno può più essere condannato per questo. Resta da chiedersi se la sua abolizione come ipotesi di reato non sia pericolosa e non induca le Procure ad agire penalmente e a perseguire altri reati, magari più gravi. Quel che è certo è che i reati non sono legati alla corruzione, alla concussione o ai classici illeciti amministrativi. Vanno aboliti, ma bisogna stare attenti a come si comportano le Procure”.

Michele Santomauro

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