Cavandoli (Lega): “Riorganizzare gli aiuti mantenendo intatti gli investimenti”
Colletti (Alternativa): “Da governo nessuna programmazione”
Iovino (M5s): “Grazie ai sostegni 3,5 milioni di famiglie salvate dalla fame”
Suriano (Manifesta): “Stato garantisca per imprese virtuose”
“La questione dei bonus deve essere riorganizzata nel suo complesso e razionalizzata alla luce dell’orientamento politico del Governo, lasciando intatto l’investimento, cioè la copertura finanziaria dei bonus. Modifiche fini a se stesse, come quelle che hanno ripetutamente interessato il super bonus del 110%, hanno solamente creato confusione tra i contribuenti, distorcendo la legislazione che li riguarda. E’ giunto il momento che il Governo metta mano a tutto questo”.
Queste le parole di Laura Cavandoli (deputata della Lega in Commissione Finanze) durante il webinar “Bonus, incentivi e aiuti bastano a innescare la ripresa o servono anche interventi strutturali?” promosso dalla Cassa nazionale di previdenza dei Ragionieri e degli Esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.
“Pensate a tutti i bonus che sono stati programmati nei due anni dell’emergenza sanitaria Covid. Sono stati una risposta immediata a bisogni specifici, ma ora vanno ristrutturati e aggiornati. Cavandoli ha proseguito: Le nuove misure di sostegno devono guardare almeno a un decennio prima: nel 2050 avremo perso circa cinque milioni di italiani e senza un adeguato sostegno alle famiglie sarà difficile uscire dalla crisi”.
Andrea Colletti (presidente della componente “Alternativa” e membro della Commissione Giustizia a Montecitorio) ha evidenziato i gravi problemi legati alla gestione dei bonus.
“Il vero problema dei bonus è che sono micro-settoriali e dimostrano una scarsa capacità di programmazione del Governo. Ad esempio, il bonus bebè rappresenta la mancanza di posti negli asili nido e la difficile situazione dell’occupazione femminile, soprattutto nel centro-sud del Paese.
Colletti afferma: Questo tipo di sostegno mina l’effetto, non la causa, del problema. È una sorta di metadone che non cambia concretamente la situazione. Quando si parla di irregolarità dei bonus, lo stesso Dipartimento delle Entrate ha registrato un’irregolarità del 3% nei super bonus del 110%, mentre l’irregolarità relativa ai bonus di facciata ha raggiunto il 46%. In questo caso, il Governo è talmente spinto dai bonus che non riesce a indagare sui fatti e a fornire risposte concrete. Queste misure non dovrebbero seguire le elezioni, ma coprire un’area molto più ampia”.
Luigi Iovino (segretario dell’ufficio di presidenza della Camera in rappresentanza del M5s) ha difeso le scelte fatte in questi anni sui bonus. “Con i bonus abbiamo cercato di risolvere i problemi contingenti degli italiani. Ora siamo pronti a rafforzare e incentivare queste misure e forme di sostegno alla famiglia per perseguire un’uguaglianza non solo formale ma anche sostanziale.
Accanto a queste misure, ha sottolineato Iovino, dobbiamo riprendere la formazione e l’occupazione in linea con la domanda e l’offerta del mercato. Partiamo dalle scuole superiori e dalle università. Dobbiamo formare professionisti e giovani di talento con un profilo professionale adeguato alla transizione ecologica e ambientale. Il lavoro deve dare una prospettiva ai giovani, affinché possano entrare nel mercato del lavoro con maggiore consapevolezza e competenza”.
Simona Suriano (presidente di “Manifesta” alla Camera e componente in Commissione Lavoro) ha dichiarato: “La crescita economica è fondamentale, ma negli ultimi decenni ci si è concentrati solo sui profitti, senza considerare gli impatti negativi come gli infortuni sul lavoro e i danni ambientali.
Ciò che lo Stato può fare è fornire garanzie alle piccole e medie imprese che operano nel rispetto delle norme di sicurezza, o che svolgono attività a basso impatto ambientale o di tipo mutualistico. Si pensi alle reti d’impresa, dove non è facile ottenere credito. È qui che il pubblico deve intervenire.
Mentre l’azione sociale e l’imprenditoria sociale sono molto incoraggiate nelle grandi città europee, le multinazionali continuano a essere privilegiate. Suriano ha sottolineato che: dobbiamo ridurre alcune attività produttive incentivando le attività locali. Dobbiamo tornare a un’economia di prossimità, più vicina ai cittadini e in grado di proteggere meglio gli ecosistemi urbani. Un piano nazionale in questa direzione può determinare un’inversione di tendenza”.
Il punto di vista dei professionisti è stato illustrato da Eleonora Linda Lecchi (commercialista e revisore dei conti dell’Odcec di Bergamo): “Ci sono vari bonus edilizi, varie ondate di bonus legati alla casa, bonus sociali per le bollette troppo alte e, infine, decreti di aiuto per combattere l’inflazione e l’aumento del costo della vita. L’elenco continua.
I bonus a tempo limitato restringono fortemente la pianificazione delle imprese e delle famiglie. Ciò che serve, al contrario, sono misure pianificate. E l’Ufficio europeo per la giustizia, come previsto dal PNRR, deve essere potenziato. Ma dobbiamo chiederci quale sia la dotazione di personale e, nel contesto della riduzione dei tempi dei tribunali, se non sia meglio rafforzare il sistema di mediazione”.
Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni (consigliere d’amministrazione della Cnpr): “In assenza di misure strutturali, è complicato trovare un bilancio chiaro per la recente ondata di bonus, aiuti e sgravi vari. L’Italia ha bisogno di incentivi per le politiche attive del lavoro e delle imprese, che dovrebbero essere una delle misure di emergenza.
L’unica misura strutturale adottata negli ultimi anni è il reddito di cittadinanza, e noto che 17,3 milioni di persone hanno ricevuto assistenza attraverso questo schema. Non è questa la strada per la ripresa economica. Abbiamo bisogno di meno bonus e di un lavoro più stabile”.
Michele Santomauro