lunedì, 9 Dicembre , 24

Ue-Mercosur, Lollobrigida: bilanciare Accordo con garanzie Pac

"Politica agricola comune torni centrale con...

Bpm, il Credit Agricole “non intende acquisirne il controllo”

Precisazione in comunicazione alla Consob dopo...

Manovra, arriva Ires premiale, verso rinvio misure per ceto medio

Ok a Milleproroghe con annullamento multe...

Clima: per il 45% degli italiani l’umanità è a rischio estinzione

AttualitàClima: per il 45% degli italiani l'umanità è a rischio estinzione

I risultati della ricerca condotta AstraRicerche per Greenpeace

Milano, 13 set. (askanews) – L’umanità a rischio rischio estinzione a causa della crisi climatica e ambientale? Più del 45% degli italiani ritiene che la scomparsa di quasi ogni essere umano sia “abbastanza” o molto “probabile”. Mentre per l’86% la crisi climatica e ambientale può comunque mettere a repentaglio le società umane, se non si cambia decisamente rotta. È il dato più sconvolgente che emerge dall’indagine “Le emergenze ambientali e il rischio di estinzione secondo gli italiani”, effettuata da AstraRicerche per Greenpeace Italia, su un campione di 800 italiani di età compresa tra i 15 e i 70 anni.

Le più spaventate dalle prospettive di estinzione completa o parziale dell’umanità sono le donne della Gen Z e quelle della Gen X: se il 48,7% del campione pensa che tali scenari siano molto probabili, la percentuale sale in questi segmenti al 60%, a conferma di quella che ormai viene definita “ecoansia”, ovvero la crescente preoccupazione delle giovani generazioni verso gli impatti della crisi climatico-ambientale. Dalla ricerca emerge in modo ancora più netto la percezione del rischio di estinzione delle specie animali, che è molto/abbastanza probabile per il 93% degli intervistati (con solo un 2,6% che la considera per nulla probabile). Un dato che d’altra parte riflette i risultati del monitoraggio scientifico: il recente aggiornamento della lista rossa dell’Unione internazionale per la conservazione della natura) comprende ben 150.388 specie, delle quali 42.108 sono minacciate di estinzione. E la crisi climatica è uno dei maggiori fattori di rischio: oltre 1.550 dei 17.903 animali e piante marini valutati, per esempio, sono a rischio di estinzione, con il cambiamento climatico che colpisce almeno il 41% delle specie marine minacciate.

Secondo la maggioranza degli italiani, il compito di intervenire per scongiurare il rischio degli scenari più catastrofici spetta in primo luogo a governi e agli Stati (67,4%), seguiti dalle istituzioni mondiali (57,3%): al terzo posto vengono indicati i cittadini e le famiglie (40%), seguite da enti locali che operano sul territorio (37,9%), imprese, aziende e loro associazioni (35,7%) e, in ultimo, dalle organizzazioni della società civile, gli enti del non profit/del terzo settore (34,1%).

“La fusione dei ghiacciai montani, la siccità ricorrente, gli eventi estremi del 2023 indicano che la crisi climatica è evidente anche in Italia – commenta Giuseppe Onufrio, Direttore Esecutivo di Greenpeace Italia -. I segnali ci sono tutti. Dobbiamo ascoltare questi campanelli d’allarme non per disperarci, ma per investire sulle soluzioni. Dobbiamo finalmente invertire la rotta e avviare quella transizione ecologica che è l’unico antidoto possibile alla crisi ambientale. Il ruolo di Greenpeace è quello di suggerire la rotta e spingere il mondo politico e quello economico ad andare nella giusta direzione. Lo dobbiamo a noi, e alle generazioni future”.

Potrebbe interessarti

Check out other tags:

Articoli Popolari