Indagine su scala nazionale nel periodo 2015-2021
Roma, 13 gen. (askanews) – In Italia crescono gli abbattimenti dei cinghiali. Nel periodo 2015-21 il prelievo di cinghiale è aumentato del 45% e in media sono stati abbattuti circa 300.000 cinghiali all’anno, di cui 257.000 in caccia ordinaria e 42.000 in interventi di controllo faunistico. Nel 2021 la stima è di 1,5 mln di animali presenti sul nostro territorio.
Sono alcuni dei risultati della prima indagine di dettaglio a scala nazionale sulla gestione del cinghiale nel periodo 2015-2021 che Ispra ha realizzato grazie alle informazioni fornite dalle Regioni e dalle Aree protette, presentata oggi a Viterbo durante l’evento “Fauna selvatica e territori, conoscere per gestire” organizzato da Confagricoltura e Ente Produttori Selvaggina, e che l’Istituto ha comunicato ai ministri dell’Ambiente e dell’Agricoltura.
La consultazione di oltre 700 documenti e relazioni tecniche ha permesso, per la prima volta, di raccogliere i dati quantitativi indispensabili per fotografare in modo realistico l’andamento della gestione del cinghiale negli ultimi sette anni su tutto il territorio nazionale. La mancanza di un sistema omogeneo di raccolta dei dati a scala nazionale – evidenzia Ispra – ha reso necessario un enorme sforzo di armonizzazione delle informazioni trasmesse; determinanti per la costruzione della banca dati utilizzata per le analisi, sono state le informazioni contenute nei “Piani regionali di interventi urgenti per la gestione, il controllo e l’eradicazione della peste suina africana”, elaborati nel 2022 da tutte le regioni e province autonome in risposta all’arrivo del virus nel nostro paese.
Sulla base dei numeri disponibili sui cinghiali prelevati e dei parametri reperibili nella letteratura scientifica, Ispra ritiene plausibile una consistenza minima al 2021 di un milione e mezzo di animali.
Nei sette anni dello studio l’86% degli abbattimenti di cinghiale (circa 1,8 milioni di animali) è avvenuto in attività di caccia ordinaria e il restante 14% (circa 295.000 animali) in attività di controllo faunistico. Il 30% del prelievo totale (circa 6,3 milioni di animali) è stato realizzato in Toscana e sono sette le regioni che hanno prelevato oltre un milione di animali nel periodo 2015-2021 (Toscana, Emilia-Romagna, Piemonte, Lazio, Umbria, Liguria e Marche), per un complessivo 73% del prelievo totale.
L’abbattimento in caccia è stato realizzato per il 94% in territorio pubblico e solo il 6% in riserve di caccia private. La tecnica di caccia più utilizzata in Italia rimane la braccata con cani da seguita (88% degli animali prelevati), seguono il tiro selettivo da appostamento (9%), la girata (2%) e la caccia vagante (1%). Questo tipo di prelievo è risultato all’incirca paritetico tra i sessi (51%maschi e 49% femmine), mentre è risultato sbilanciato per quanto riguarda l’età, con il 60% di adulti tra gli animali abbattuti e i restanti di meno di un anno.
Il 38% dell’attività di controllo faunistico è stata realizzata all’interno delle aree protette nazionali e regionali, la restante parte (circa 184.000 animali) in territorio non protetto. La tecnica più utilizzata per il controllo è stata il tiro selettivo (52%), seguita da cattura (31%), braccata (11%) e girata (6%), tecnica condotta con l’uso di un unico cane che segnala la traccia dei cinghiali.