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Cinema, annunciati i primi titoli in concorso a Giffoni54

AttualitàCinema, annunciati i primi titoli in concorso a Giffoni54

Tra temi di questa edizione Medio Oriente, discriminazioni, sport

Roma, 8 mag. (askanews) – Le discriminazioni etniche, il conflitto israelo-palestinese, lo sport come riscatto e occasione di crescita, le difficoltà di essere genitori e figli, la scoperta della sessualità e la bellezza di non riconoscersi in un’etichetta: sono solo alcuni dei temi affrontati dai primi titoli scelti per #Giffoni54, in programma dal 19 al 28 luglio 2024. Il tema della 54esima edizione del festival è “L’Illusione della Distanza”: una scelta che vuole evidenziare un paradosso, indicando i pericoli del senso di isolamento con la paura dell’altro, del diverso, del lontano, con l’inganno di sentirsi separati. Un invito a ritrovare i sentieri, a scoprire i legami invisibili che esistono, nonostante le apparenti divisioni, per rivelare quanto siamo incredibilmente prossimi, indissolubilmente uniti.

Le opere in concorso, annunciate ad oggi, provengono da Argentina, Belgio, Bolivia, Cile, Croazia, Danimarca, Italia, Francia, Germania, Giappone, India, Lussemburgo, Messico, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria, Usa. Lungometraggi, cortometraggi e documentari saranno visti e votati da oltre cinquemila juror italiani e internazionali, con una delegazione proveniente da oltre 30 paesi. Saranno i giurati a decretare i vincitori del Gryphon Award.

Ecco i primi titoli: Elements +6 (dai 6 ai 9 anni): amicizia e rispetto per gli animali sono al centro di The Chaos Sisters feat. Penguin Paul di Mike Marzuk (Germania/Belgio/Italia). E ancora Hakan Brakan 2 di Ted Kjellsson (Svezia). Storia del tutto diversa quella raccontata in Totto-Chan: The Little Girl At The Window di Shinnosuke Yakuwa (Giappone), famoso per aver diretto alcuni film di Doraemon e più di 70 episodi della serie.

Integrazione, sport, coraggio, ricerca di sé: sono i punti di partenza dei lungometraggi in concorso nella sezione Elements +10. Winners di Soleen Yusef (Germania) storia di Mona che, insieme alla sua famiglia, è fuggita dalla Siria fino a Berlino. È un ritorno a Giffoni, invece, per Ineke Houtman che torna con The Book of Everything (Paesi Bassi). È tratto, invece, dall’omonimo romanzo di Michael Morpurgo Kensuke’s Kingdom, opera prima di Kirk Henry e Neil Boyle (Regno Unito/Lussemburgo/Francia). Chiude, al momento, la sezione Lars Is Lol, opera prima di Eirik Sater Stordahl (Norvegia).

Alla scoperta di sé tra sentimenti e attrazioni: si muovono su questi temi le trame dei primi lungometraggi proposti ai Generator +13. Si racconta l’estate del 1974 con When We Lost To The Germans di Guido Van Driel (Paesi Bassi/Belgio). È, invece, un racconto fantastico intriso di musica, messaggi segreti e atmosfere invernali, l’opera prima The Major Tones di Ingrid Pokropek (Argentina/Spagna). La scoperta del primo amore fa da filo conduttore in Young Hearts, opera prima del regista Anthony Schatteman scritta insieme al candidato al Premio Oscar Lukas Dhont (Belgio/Paesi Bassi). Ambientato a Chicago nel 1992 We Grown Now di Minhal Baig (Usa). Mentre Michael Jordan si consolida campione, inizia la storia di due giovani leggende.

Quanto è difficile essere genitori? E quanto è complicato essere figli? Sono le domande alla base delle opere in gara nella sezione Generator +16. Si parte da Not A Word di Hanna Antonina e Wojcik Slak (Germania/Slovenia/Francia). Si è, invece, alla ricerca dei propri genitori in The Dog Thief (Il ladro di cani) di Vinko Tomicic (Cile/Messico/Bolivia/Francia/Italia). Si parte con Fanny per uno scambio linguistico in Germania con Langue Etrangere di Claire Burger (Francia/Germania/Belgio).

Diversi i temi delle opere che compongono la rosa di film proposti ai Generator +18: in Amal di Jawad Rhalib (Belgio) un’insegnante di letteratura, idealista e appassionata in una scuola suburbana di Bruxelles, diventa il bersaglio di una intensa ostilità da parte degli studenti, dei loro genitori e dei colleghi legati all’estremismo islamico, quando sceglie di aiutare una ragazza musulmana adolescente accusata di non seguire i dettami religiosi dopo il suo coming out sui social media. Nell’opera prima Summer Brother di Joren Molter (Paesi Bassi/Belgio) Brian e suo padre Maurice vivono in un parco di roulotte fatiscente. E ancora in Werewolf di Pau Calpe (Spagna) viene trattato il tema delicato dell’emarginazione e della diversità attraverso l’utilizzo di simbolismi che rinviano a credenze popolari sui licantropi… È un ritorno a Giffoni, invece, per il regista Hisham Zaman che presenta A Happy Day (Norvegia), un’opera che mescola sapientemente realismo magico, dark comedy e surrealismo.

Discriminazione etnica, guerra e alleanze, scelte e coraggio: sono i temi principali delle opere selezionate per la categoria Gex Doc (sezione dedicata a docenti, genitori e filmgoers). Kix di Bálint Révész e Dávid Mikulán (Ungheria/Francia/Croazia) è un’odissea di 12 anni che segue il percorso di Sanyi, da un vivace bambino per le strade di Budapest a un adolescente confuso. Il documentario racconta l’evoluzione della vita del ragazzo segnato da lotte familiari, problemi scolastici e un futuro dai contorni incerti. E ancora l’opera prima Boyz di Sylvain Cruiziat (Germania) segue Maxime, Julian e Vilas attraverso la loro vita da studenti a Monaco. Un’intima amicizia maschile che porta lo spettatore nel loro mondo di amore e sesso. È un’opera prima anche Until I fly di Kanishka Sonthalia e Siddesh Shetty (India/Francia) in un villaggio himalayano-indiano vive un bambino nato da madre indiana e padre nepalese. Chiude, al momento, la sezione Silent Trees di Agnieszka Zwiefka (Polonia/Germania/Danimarca).

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