ROMA – Quanto accaduto al senatore di Azione Matteo Richetti “. Spero che Richetti quereli Fanpage e chiunque usi informazioni non verificate per infangare la sua reputazione”. È una nuova levata di scudi quella che arriva dal leader del Terzo Polo, Carlo Calenda, a difesa del suo candidato coinvolto in una storia di presunte molestie a Palazzo Madama. Ieri il sito di informazione ha pubblicato le accuse di una donna nei confronti di Richetti, senza mai citarlo per nome.
Pronta la reazione di Calenda, già nella serata di ieri. Difesa che questa mattina ribadisce nel corso di un’iniziativa a Parma. “Io non so- tuona Calenda- dove è mai accaduto nella storia di una democrazia occidentale, che si intervisti una persona anonima su una denuncia mai fatta all’autorità giudiziaria relativamente ad accuse non verificate all’indirizzo di un senatore della Repubblica in campagna elettorale”. Proprio oggi, spiega il leader di Azione, “abbiamo mandato a tutti i giornalisti l’atto di denuncia (per stalking, presentata da Richetti contro la donna, ndr) di 12 mesi fa, che reca i messaggi che questa signora ha mandato al senatore Richetti, da cui si capisce perfettamente che siamo di fronte a una persona che non sta bene e che tutto era tranne che molestata”.
CALENDA: PAGINA VERGOGNOSA DEL GIORNALISMO
Secondo Calenda, dunque, “quello che è successo è una delle pagine più vergognose del giornalismo italiano degli ultimi anni, che pure di pagine vergognose ne ha molte. Fanpage era perfettamente avvertita della situazione, con tanto di riferimenti a chi si stava occupando dell’indagine, e ha deciso di ignorarlo perchè l’unica cosa che interessava era fare un attacco politico durante le elezioni”. Non solo. “Talmente poco ha avuto coraggio- attacca ancora Calenda- che non ha neanche messo il nome di Richetti, ma solo una mezza foto da cui era riconoscibile. Queste cose nei Paesi normali non accadono”. Per questo, afferma il leader del Terzo Polo, “spero che Richetti quereli Fanpage e chiunque altro usi informazioni non verificate per infangarne la reputazione, perchè di queste cose purtroppo in questi anni ne abbiamo viste fin troppe, ma a questo livello mai nessuna”.
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