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Bus Mestre, indagine Procura: consulenza tecnica su guardrail

Dall'Italia e dal MondoBus Mestre, indagine Procura: consulenza tecnica su guardrail

(Adnkronos) –
Riflettori sul guardrail nell’indagine sull’incidente di Mestre, dove martedì sera un autobus elettrico è precipitato. Nello schianto dal cavalcavia, sono morte 21 persone. “Stiamo accertando la situazione in cui si trovano i guardrail, disporremo una consulenza tecnica, stiamo individuando gli esperti a cui affidare l’incarico”, dice Bruno Cherchi, procuratore capo di Venezia. Quanto al fascicolo per omicidio stradale plurimo per l’incidente “è ancora contro ignoti”, ha aggiunto il procuratore capo di Venezia. 

“Continuiamo a sentire i feriti, ma va tenuto conto che hanno perso i parenti, sono in condizioni fisiche e psicologiche molto delicate. Cerchiamo di mantenere un atteggiamento di equilibrio tra le esigenze delle indagini e quelle di ciascuno”, ha affermato ancora Cherchi. 

Un malore o un colpo di sonno dell’autista e un guasto al mezzo sono le ipotesi sul tavolo della procura di Venezia. Ma sotto i riflettori c’è anche il guardrail, con un varco di un metro e mezzo. “E’ un progetto nato così, la città di Venezia ha ereditato il cavalcavia dalla Stato. Abbiamo sempre cambiato i pezzi ammalorati lungo il guardrail”, ha affermato all’Adnkronos l’assessore alla Mobilità del Comune di Venezia Renato Boraso sottolineando che quella ‘mancanza’ “di un metro e cinquanta è un punto di passaggio, un varco di accesso per motivi di sicurezza, per la manutenzione”. Un varco che ‘ritorna’ anche qualche metro dopo l’impatto, mentre la strada che il pullman si è lasciato alle spalle è in via di rifacimento, lavori da 6,5 milioni di euro assegnati con un bando pubblico.  

Intanto migliorano le condizioni di alcuni dei feriti coinvolti nell’incidente. Restano 15 i ricoverati negli ospedali del Veneto: 10 di loro (nove adulti e un bimbo) sono in reparti ad alta intensità di cura (terapie intensive), quattro nei reparti di chirurgia, uno in pediatria. Sono 12 i pazienti adulti (7 donne, 5 uomini), tre invece i minori (2 bambine, 1 bambino). Diverse le nazionalità coinvolte sei ucraini, cinque tedeschi, due spagnoli, un croato e due spagnoli, così come sono varie le strutture che ospitano i ricoverati. 

A Mestre sono ricoverati 5 pazienti, tre di nazionalità ucraina (due donne di 40 e 43 anni, un uomo di 39 anni), due di nazionalità tedesca (un uomo di 28 anni e una donna di 27 anni). Sono fuori pericolo di vita i tre feriti ancora ricoverati nella terapia intensiva dell’ospedale Dell’Angelo, ha fatto sapere il direttore del servizio di anestesia e rianimazione dell’ospedale, Francesco Lazzari. “I tre pazienti sono stabili e la prognosi è per tutti di guarigione”, ha detto Lazzari. “La maggiore problematica – ha aggiunto – riguarda una paziente che è intubata e avrà sicuramente delle ripercussioni finali più importanti dal punto di vista della qualità della vita, a causa della fratture. Gli altri due potranno tornare a una vita secondo me relativamente normale”.  

Migliorano le condizioni della turista francese di 21 anni ricoverata a Dolo, così come del 24enne croato – la cui giovane sposa è morta nell’impatto – che sarà dimesso oggi dalla terapia intensiva dell’ospedale di Mirano. All’ospedale di Treviso restano ricoverati cinque pazienti, di cui tre di nazionalità tedesca (due minori, bimba di 4 anni e un adolescente di 13 anni), un ragazzo di 33 anni, un 50enne spagnolo è una 33enne ucraina. Migliorano le condizioni per un paziente, “mentre uno resta in condizioni critiche”. 

Sono tre i pazienti di Padova: una donna di 29 anni e una bambina di 4, entrambe di nazionalità ucraina, e una donna spagnola di 52 anni. Tutte e tre le pazienti “sono in condizioni critiche” rendono noto dalle strutture sanitarie. “Sono state identificate le pazienti che ieri erano ancora senza un nome. Si tratta di due donne: una di nazionalità tedesca; una di nazionalità ucraina”.  

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