Lo propone Adriano Giannola, presidente Svimez Coviello (Cnr-Iriss): “Evacuazione Campi Flegrei costerebbe 30 miliardi di euro”
NAPOLI. “L’evacuazione repentina dell’intera area dei Campi Flegrei, che coinvolgerebbe un milione e 300mila cittadini (600mila in zona rossa e 700mila in zona gialla) costerebbe 30 miliardi di euro l’anno.
A questo occorre aggiungere il disagio sociale e la crisi economica che ne conseguirebbe. Naturalmente è un ragionamento estremo, non vogliamo essere allarmisti ma dobbiamo ricordarci che viviamo in una zona caratterizzata da questo tipo di rischio.
Proponiamo, dunque, nell’eventualità che l’allerta diventi prima arancione e poi rossa, che ci sia una evacuazione lenta, programmata e che sia anche facilitata da alcuni algoritmi che abbiamo studiato e dall’uso dell’intelligenza artificiale.
Nel momento in cui interi quartieri dovessero essere deportati, sarebbe meglio farlo in zone più vicine ai propri territori di residenza, come le aree interne della Campania che tra l’altro hanno avuto un grave spopolamento; ma anche sulla direttiva Napoli-Bari, dove insistono aree che consentano di effettuare operazioni di questo tipo”.
Lo ha detto Antonio Coviello (ricercatore/economista del Cnr-Iriss e docente universitario) nel corso del seminario “Fenomeni bradisismici dei Campi Flegrei e mitigazione del rischio vulcanico”, organizzato al Circolo Savoia di Napoli.
Adriano Giannola (presidente Svimez), ha affermato: “Il bradisismo è un fenomeno purtroppo non inatteso. C’è una urgenza di soluzioni a medio e lungo termine; soluzioni che riguardino la riqualificazione e anche la ristrutturazione dell’area dei Campi Flegrei.
Vuol dire non esportare mezzo milione di persone nel resto d’Italia e desertificare l’area, ma sfoltire le zone più pericolose agendo sullo studio del territorio. Servono dunque politiche del territorio lungimiranti”.
Massimo Clemente, direttore Cnr-Iriss (Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo), ha sottolineato che “le strutture di ricerca non intervengono nell’emergenza ma agiscono a monte.
Ora le istituzioni stanno intervenendo in modo efficace e coordinato a vari livelli. A medio termine servono politiche territoriali di riequilibrio tra fasce costiere e aree interne così come indica anche il professor Giannola”.
Giuseppe De Natale, dirigente di ricerca Ingv ed associato Cnr-Ino ha evidenziato che “occorre drasticamente diminuire la popolazione residente nelle aree a rischio.
Si tratta di zone dove si può fare turismo, creare attrazioni, ma non vivere. I cittadini potrebbero essere riallocati non andando in giro in Italia, ma appena al di fuori della zona rossa, nelle Zes o nei centri all’interno della regione Campania che oggi sono disabitati”.
Per Fabrizio Cattaneo della Volta (presidente Circolo Savoia): “Il Club è pienamente inserito all’interno del contesto cittadino e ci sembra giusto partecipare a incontri su tematiche di grande importanza come quello organizzato da CNR e Rotary.
Tra l’altro il problema del bradisismo riguarda anche altri circoli nautici come quelli dell’area flegrea, che siamo pronti a supportare in ogni modo”.
Angelo Coviello, presidente del Rotary Club Napoli Est, ha sostenuto che “in Italia ci sono 25 milioni di abitazioni delle quali almeno 12 milioni necessiterebbero di adeguamento antisismico con un coinvolgimento di una popolazione pari a circa 23 milioni di cittadini.
Applicando i parametri medi dei capitolati tecnici per interventi antisismici, emerge un costo complessivo per la messa in sicurezza del patrimonio abitativo da eventi sismici medi stimabili oggi in 200 miliardi di euro, un costo pari a 7 Finanziarie.
“Se gli Italiani si impegnassero ad assicurare la propria abitazione, ipotizzando un milione di case assicurate, avremmo la seguente dinamica: capitale assicurato per ogni casa 100.000,00 euro, costo per ogni cittadino 100,00 euro, patrimonio complessivo assicurato (100 mila x 1 milione) 100 miliardi, risparmio dello Stato in caso di calamità 100 miliardi, spesa complessiva dei cittadini 100 milioni di euro,
benefici fiscali a favore dei cittadini (19% della spesa). Il cittadino, lo Stato e le assicurazioni beneficerebbero del sistema”.
Coviello ha ricordato che “il Governo offre un ombrello alle compagnie assicurative attraverso il ruolo di riassicuratore affidato alla compagnia Sace”.
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