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Bce, Lagarde: “So che è dura se hai mutuo tasso variabile”

Dall'Italia e dal MondoBce, Lagarde: “So che è dura se hai mutuo tasso variabile”

(Adnkronos) – “Abbiamo bene in mente quanto dolore infliggono” i tassi d’interesse a questi livelli nell’area euro, “quanta sofferenza c’è”. “Per esempio il 30% delle famiglie negli Stati membri hanno mutui a tasso variabile. E’ dura, lo sappiamo” sottolinea la presidente della Bce Christine Lagarde, rispondendo agli eurodeputati della commissione Econ a Bruxelles. “Sappiamo anche – aggiunge – che il prezzo della benzina alla pompa e i prezzi dell’energia in generale pesano fortemente sulle famiglie a basso reddito. Lo sappiamo, ma sappiamo anche che la nostra missione, il nostro dovere è
riportare l’inflazione all’obiettivo in maniera tempestiva. Più rapidamente ci tornerà e più stabili torneranno i prezzi, meno dura sarà andare avanti, sia per coloro che hanno investito sia per coloro che si sono indebitati”.  

La Bce concluderà la revisione del quadro operativo la gestione dei tassi a breve entro primavera 2024. Lo staff dell’Eurosistema, afferma, “sta analizzando la dimensione e la composizione ottimali di lungo periodo del nostro bilancio e, di conseguenza, il livello adeguato di liquidità in eccesso. Non si tratta di una questione banale, poiché ha implicazioni sul modo in cui attuiamo la politica monetaria. Si tratta, inoltre, di una questione rilevante per tutte le principali banche centrali, poiché l’ambiente in cui operiamo ha subito cambiamenti fondamentali negli ultimi dieci anni”. “A questo fine – aggiunge – stiamo conducendo una revisione completa del quadro operativo per la gestione dei tassi di interesse a breve termine, valutando i costi e i benefici dei regimi alternativi. Il nostro obiettivo è concludere questa revisione entro la primavera del 2024 e, ovviamente, riferiremo a questa commissione sui risultati”. 

“Vi pregherei di valutare che cosa accadrebbe se lasciassimo semplicemente correre l’inflazione” nell’area euro. “Quanta fiducia, quale certezza avrebbero gli investitori sul fatto che progetti a cinque, sei, dieci anni alla fine producano un rendimento, se non sanno a quale livello sarà ancorata l’inflazione o se verrà lasciata libera di correre? E’ questo ciò che ci guida”. L’inflazione core (al netto di cibo, energia, tabacchi e alcolici) nell’Eurozona “è attualmente al 5,3%, e veniamo dal 5,5% e prima da numeri più elevati. C’è un trend declinante nell’inflazione core: è un forte indicatore di cui teniamo conto come parte degli indicatori sottostanti l’inflazione”. “Non è l’unico indicatore che guardiamo”, ma “anche l’inflazione core dovrebbe muoversi in calo” nei prossimi anni, al “2,2%” nel 2025.
 

Le “ultime” previsioni della Bce per l’area euro “indicano che le pressioni inflazionistiche dovrebbero moderarsi e che l’inflazione è orientata a raggiungere il nostro obiettivo entro la fine del 2025”. L’inflazione dovrebbe “calare dal 5,6% nel 2023 al 3,2% nel 2024 e al 2,1% nel 2025”. “Sulla base della nostra ultima valutazione, riteniamo che i nostri tassi ufficiali abbiano raggiunto livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al tempestivo ritorno dell’inflazione al nostro obiettivo”. 

“In ogni caso – aggiunge – le nostre decisioni future garantiranno che i tassi di interesse di riferimento della Bce saranno fissati a livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario. Continueremo a seguire un approccio dipendente dai dati, basando le nostre decisioni sulla nostra valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, delle dinamiche dell’inflazione di fondo e della forza della trasmissione della politica monetaria”, conclude. 

 

 

 

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