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Al via a Washington il Summit Usa-Africa, il presidente Biden rincorre il continente

MondoAl via a Washington il Summit Usa-Africa, il presidente Biden rincorre il continente

ROMA – Una tre giorni di incontri per fare il punto su sfide comuni, scambi economici e cooperazione tra gli Stati Uniti e il continente africano, tra cui economia e commercio, cambiamento climatico e, dopo la pandemia di Covid-19 che ha gravemente penalizzato i sistemi sanitari africani, la cooperazione sui temi della salute: questo l’obiettivo del secondo Summit Usa-Africa indetto dall’amministrazione di Joe Biden a otto anni da quello del suo predecessore Barack Obama, nel 2014, che inizia martedì 13 dicembre a Washington e si conclude giovedì 15.

WASHINGTON PUNTA A RECUPERARE CINA E RUSSIA

Una cinquantina di capi di Stato e di governo sono attesi nella capitale per partecipare a incontri di alto livello e panel tematici. Il piano della Casa Bianca, come riferisce il New York Times, è “rafforzare le sue relazioni con l’Africa, un continente il cui peso geopolitico è decisamente cresciuto negli ultimi anni“, anche nell’ottica di recuperare Paesi come Cina, Russia, Turchia ed Emirati Arabi Uniti, i cui interessi economici, militari e strategici hanno visto un balzo in avanti. Le aziende cinesi in particolare si sono imposte come il primo partner commerciale per l’Africa, che ospita una popolazione di 1,3 miliardi di persone, e che entro il 2050 secondo gli esperti supererà i 2 miliardi.

Come sottolineano infatti varie testate internazionali, la precedente amministrazione di Donald Trump è stata segnata da un disimpegno verso i Paesi africani, un disinteresse che non ha rappresentato però una particolare novità. “Gli Stati Uniti tradizionalmente considerano l’Africa come un problema da risolvere“, ha spiegato alla testata di New York Murithi Mutiga, direttore del dipartimento per l’Africa dell’International Crisis Group. “I principali competitor americani però”, ha continuato l’esperto, “vedono quel continente come un luogo di opportunità, motivo per cui stanno andando avanti. Non è chiaro però se questa conferenza cambierà le cose”.

GLI USA VOGLIONO UN SEGGIO NEL G20 PER L’UNIONE AFRICANA

Nei giorni scorsi dalla Casa Bianca sono stati dati alcuni dettagli sugli scopi del secondo Summit dei leader Usa-Africa a partire da un annuncio secondo cui Biden potrebbe proclamare il suo impegno affinché l’Unione Africana diventi un membro permanente del G20.

Il segretario di Stato Antony Blinken ha quindi spiegato che più in generale Washington intende partire dagli investimenti nelle infrastrutture a sostegno dell’imprenditorialità africana e promuovendo un maggiore impegno da parte delle aziende statunitensi. Infine, gli Stati Uniti si sono detti disponibili a scommettere sui leader emergenti, in linea con la Young African Leaders Initiative, forum istituito da Obama nel 2014, e che oggi costituirà il primo degli appuntamenti in agenda.

Per rimarcare tale aspetto Blinken nel suo discorso ai cronisti si è rivolto direttamente agli “innovatori africani“. “Il vostro successo per noi è di enorme interesse”, ha detto il dirigente”, soprattutto quando riuscite a raggiungere il vostro pieno potenziale. È un bene per la regione, per il continente, per il mondo e per l’America”.

IL DOSSIER UCRAINA E LA QUESTIONE DEMOCRAZIA

Alla luce di queste dichiarazioni, se l’obiettivo è recuperare il divario commerciale e militare dei principali competitor americani, l’emittente Al Jazeera si domanda quanto spazio concreto troveranno i temi di democrazia, a partire dalla Guinea equatoriale, dove pochi giorni fa Teodoro Obiang Nguema Mbasogo, da 43 anni al potere, è stato riconfermato con oltre il 99% dei voti alla guida del Paese ricco di petrolio. Qui, come osserva la testata del Qatar, “agli Stati Uniti interessa impedire alla Cina di stabilire una base navale sulla costa atlantica dell’Africa, che si affaccia verso la costa orientale degli Stati Uniti”.

L’emittente solleva poi il tema Ucraina: ricordando che la maggior parte dei governi ha assunto una posizione neutrale, proseguendo i propri scambi economici e militari con Mosca, gli Stati Uniti potrebbero puntare a “contrastare l’influenza diplomatica della Russia in quei Paesi“. L’editoriale dunque conclude: “Gli Stati Uniti hanno ben chiaro in mente cosa vogliono dall’Africa, ma l’Africa invece sa cosa vuole dagli Stati Uniti?”.

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