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Al Parco Archeologico di Velia in mostra la nascita di Elea e della sua comunità

AttualitàAl Parco Archeologico di Velia in mostra la nascita di Elea e della sua comunità

È stata inaugurata il 5 agosto, nel Parco Archeologico di Velia ad Ascea, alla presenza del ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, la mostra “Elea – La Rinascita”, la prima realizzata da quando il sito è stato dotato di autonomia speciale nel 2020, che racconta la nascita di Elea e della sua comunità.

Quella della città di Elea e dei suoi abitanti è una storia di guerra e di rinascita a seguito dell’assedio e dell’abbandono della madrepatria Focea; è il racconto della diaspora di un popolo che si trova ad affrontare una profonda crisi, in fuga da un destino di schiavitù.

Intorno al 545 a.C. Focea, sulle coste dell’Asia Minore (Turchia), fu vittima della pressione dell’impero persiano. I suoi abitanti decisero di abbandonare la patria pur di non perdere la propria libertà, intraprendendo un lungo viaggio nel Mediterraneo. Circa un secolo dopo il grande storiografo Erodoto ne descrive le vicende.

Dopo numerose vicissitudini, nel 540 a.C. fu fondato il primo insediamento di Elea, un piccolo villaggio di case di pietra e terra cruda, addensato ai bordi del promontorio dell’Acropoli, al cui vertice c’era il santuario di Athena.

Da Elea nacquero i Pitagorici Parmenide e il suo discepolo, Zenon, due figure che contribuirono a creare, attraverso il proprio sapere e la propria opera, una società prospera e stabile: da una parte la poliedricità di Parmenide e di Zenone, nei campi della biologia, della medicina, dell’astronomia, della matematica e del diritto; dall’altra, la capacità di integrare riflessione scientifica e azione politica, diedero vita alla scuola di eleastica.

Negli ultimi cento anni, il patrimonio di Elea arcaica è stato oggetto di scavi e ricerche che hanno rivelato la storia della città e dei suoi abitanti, fornendone un profilo più accurato.

La mostra, fortemente voluta dalla direttrice del Parco Archeologico di Paestum e Velia, Tiziana D’Angelo, trae ispirazione dai risultati ottenuti dagli scavi condotti di recente sull’Acropoli, che hanno portato alla luce i resti di un dei più antichi santuari santuario degli anni della fondazione della colonia magnogreca di Elea, verso la metà del VI sec. a.C.

Tra i rinvenimenti più importanti ci sono le armi e le armature greche e italiche consacrate alla divinità Athena, che per la prima volta danno consistenza al racconto erodoteo della fuga dei Focei dalla Ionia sotto la spinta dell’invasione persiana e del loro viaggio verso le coste del Cilento e nei decenni iniziali di vita della città.

I rinvenimenti danno forma concreta alla tradizione storiografica antica e restituiscono l’immagine della città dei primi filosofi, non solo negli oggetti man anche nelle elle strutture, nelle tecniche costruttive importate dalla madrepatria, utilizzate tanto per gli edifici sacri quanto per le abitazioni.

Il percorso espositivo, supportato da una app di visita con contenuti virtuali aggiuntivi, si snoda negli spazi delle due chiese che dominano l’Acropoli, la Cappella Palatina e la Chiesa di Santa Maria in Portosalvo con la sua canonica.

Nel primo edificio si ricostruisce la struttura del primo santuario, con un allestimento che crea un collegamento tra il viaggio narrato da Erodoto e i momenti immediatamente successivi all’arrivo dei Focei sul promontorio di Elea, attraverso un video mapping. Qui sono esposti i rinvenimenti degli ultimi scavi.

Nella canonica è proposta la ricostruzione di una casa arcaica, con reperti che raccontano la vita quotidiana dei primi abitanti, con una video proiezione immersiva. Case semplici, di modeste dimensioni, addossate le une alle altre, segnano una fase di precarietà dell’insediamento.

Nella Chiesa di Santa Maria in Portosalvo si raccontano, con un istallazione video, le figure di Parmenide e Zenone.

Oltre questi luoghi, il percorso della mostra si snoda all’interno del Parco per toccare le testimonianze del più antico passato di Elea: l’insediamento tardoarcaico sul pendio dell’Acropoli, le prime abitazioni della città bassa e della terrazza di Poseidon, la fonte Hyele, l’insula II. Storie, memorie, luoghi e oggetti concorrono a delineare l’esperienza di Elea, una città che si mostra sempre più cruciale nello sviluppo di una cultura mediterranea.

La mostra resterà aperta fino al 30 aprile 2024.

Adriana Talia

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