ROMA – È stato cancellato. Non c’è più traccia a Roma, sulla via Nomentana angolo via Carlo Fea, della donna afghana avvolta nel burka azzurro che lascia intravedere solo tacchi a spillo rossi ai piedi che, con postura dritta e fiera, procedono in direzione della vicina ambasciata dell’Afghanistan. A realizzarla, la street-artist romana Laika per denunciare divieti e oppressione contro le donne subito dopo il ritorno dei talebani al governo di Kabul, nell’agosto 2021.
‘Zapatos rojos, save Afghan women’, così come l’opera era stata chiamata dall’artista che in un post su Instagram ne dava l’annuncio nell’agosto scorso, a un anno da quell’evento che “ha riportato indietro il paese di decenni”. Denunciava ancora Laika: “In un anno le donne sono ‘scomparse’. Scomparso è il loro diritto di lavorare, di andare a scuola, di amare senza essere sottomesse (i matrimoni infantili sono in drammatico aumento),di mostrare il loro corpo, il loro volto.Chi si ribella rischia arresti, torture e sparizioni forzate: in migliaia sono state arbitrariamente arrestate, torturate, rapite ed uccise. Con questa nuova opera, vorrei non calasse definitivamente il buio. Le donne afghane non possono essere lasciate ancora più sole.Per questo ho deciso di sostenere l’appello di @AMNESTYITALIA per la difesa dei diritti umani in Afghanistan: basterà scansione il QR code accanto alla mia opera per accedere al link e firmare oppure andare direttamente sul sito Amnesty.it”. Non è chiaro al momento chi abbia rimosso il murale.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it