LATINA – Si è aperta tra gli applausi per Damiano Coletta, al momento dell’entrata del sindaco nell’aula del Consiglio comunale. Si è chiusa con l’uscita dal palazzo del Comune dei consiglieri di centrodestra, direzione notaio, per firmare le dimissioni che comporteranno la caduta del primo cittadino del capoluogo pontino. Il giorno più lungo del sindaco di Latina si è consumato in poche ore, tutte concentrate nel pomeriggio di oggi, al termine del quale la fine del suo secondo mandato alla guida della città diventa realtà.
Coletta, conoscendo l’esito scontato della seduta d’aula convocata per il tardo pomeriggio, poco prima aveva giocato d’anticipo, con una diretta Facebook con cui aveva spiegato quanto stava per succedere. “Sembra arrivato il momento di salutarci- aveva detto rivolto ai cittadini- E’ cosa certa la sfiducia nei miei confronti da parte del centrodestra, nonostante la città di Latina si sia espressa dandomi la fiducia. Lascio il ruolo di sindaco con la coscienza a posto, con la schiena dritta, a testa alta, da vincitore, anche se non ci sono i numeri della maggioranza. Accetto la scelta dell’opposizione, non devo fare ricorsi. Ma loro non ci sono stati a perdere, hanno cercato di riappropriarsi di un potere perso nel 2016, una vera e propria astinenza da potere. Ci ho messo testa, cuore, passione, esperienza e competenza. Abbiamo lavorato sodo in questi anni, anche per rimettere i conti in ordine”.
Ed ancora. “La sfiducia da parte del centrodestra è un’azione nelle loro facoltà, in conseguenza di una normativa paradossale, perché a un sindaco eletto su scelta diretta viene impedito di governare perché c’è una maggioranza diversa. Ma le norme vanno rispettate. Il centrodestra, però, entrerà nella storia per aver provocato ben quattro commissariamenti nel corso degli ultimi anni a Latina. La scelta del centrodestra- aveva aggiunto- determinerà un pesante stallo per città, mancherà la politica nell’orientare le azioni amministrative. Il centrodestra ha deciso di annullare la politica a Latina per almeno otto mesi. Si assumeranno la responsabilità degli effetti negativi delle loro scelte. Per quanto mi riguarda, dopo la vittoria nel 2016, quella del 2021 e quella del 4 settembre nel supplemento, dico che se ci sarà una quarta occasione, essendo competitivo, me la giocherò per vincere”.
Poco dopo l’intervento del sindaco Damiano Coletta, rieletto solo da poche settimane nelle elezioni supplementari determinate dalle sentenze di Tar e Consiglio di Stato che avevano confermato delle irregolarità, si è aperta la seduta del Consiglio comunale. I consiglieri del centrodestra, però, non si sono ripresentati in aula dopo la pausa di 10 minuti concessa dalla presidenza all’inizio dei lavori. “Stiamo andando a firmare le dimissioni dal notaio- ha spiegato poi l’ex sindaco della città, Vincenzo Zaccheo, fuori dall’edificio comunale- Coletta ha fatto un affronto alla storia della città quando ha definito Latina città di persone in camicia nera e di delinquenti. Quella è stata la molla. Siamo certamente compatti, ora andiamo a firmare”. L’annuncio, quello di Zaccheo, della caduta del sindaco di centrosinistra di Latina.
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