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A Bucha Cesvi porta calore: “Sarà un Natale buio, ma vince la solidarietà”

MondoA Bucha Cesvi porta calore: “Sarà un Natale buio, ma vince la solidarietà”

Foto: Cesvi

ROMA – Dai “punti di riscaldamento” all’assistenza psicologica, fino alla ricostruzione degli asili: questo il tipo di sostegno che Cesvi sta portando a Bucha, cittadina ucraina ad ovest di Kiev diventata tristemente nota per il ritrovamento di centinaia di cadaveri di civili a fine marzo scorso dopo il ritiro delle truppe russe. Queste ultime, insieme ai vertici del Cremlino sono accusate di crimini di guerra e contro l’umanità, reati di cui si dovrebbe occupare il Tribunale speciale per l’Ucraina che la Commissione europea sta valutando di istituire. Di quei morti “la gente parla molto, ma prevale la voglia di superare le difficoltà”, come riporta all’agenzia Dire Giacomo Agosti dello staff emergenza di Cesvi, che a Bucha è già alla sua seconda missione.

IL FREDDO COME ARMA DI GUERRA

Una città dove, “come altrove, il problema principale adesso è l’inverno“, continua il referente, “perché la strategia di Mosca di bombardare le infrastrutture energetiche sta lasciando milioni di persone senza acqua, luce, gas e riscaldamenti. I blackout sono a fasi alterne, con temperature ormai quasi sempre di molti gradi sotto lo zero“. Un dato che secondo Agosti è evidente anche ad occhio nudo: “non ci sono luminarie di Natale”, ma tra la gente “c’è speranza: colpisce la volontà delle persone di aiutarsi a vicenda”.

Per rispondere all’emergenza freddo, Cesvi sta collaborando col governo agli “heating point“: “Sono dei container modulari di 17 mq ciascuno dove donne con minori e anziani – i più fragili di questo conflitto – hanno un punto di ristoro: possono trascorrere del tempo al caldo ricevendo bevande e cibo nutrienti. Doniamo anche kit di prima assistenza medica, coperte, barrette energetiche oppure omogenizzati per i bambini”. Undici già quelli gestiti da Cesvi anche grazie alla raccolta fondi #unacopertaperlucraina, che si aggiungo ai 26 del governo nell’area di Bucha.

Sempre qui, prosegue l’operatore, “forniamo generatori a gasolio oppure scorte di legna da ardere rigorosamente da fonti rinnovabili, come prevede la normativa sulle aree forestali”.

Foto: Cesvi

CONTRO I TRAUMI DEL CONFLITTO, SOSTEGNO PSICOLOGICO

Ma oltre ai bisogni immediati, Cesvi da mesi offre vari servizi, come il sostegno psicologico con cliniche mobili grazie anche ai fondi della Cooperazione italiana: “registriamo un’alta percentuale di persone che soffre per i traumi subiti soprattutto nelle zone che furono sotto l’occupazione delle forze russe, come Bucha e dintorni” dice Agosti.

Gli psicologi di Cesvi organizzano quindi sedute, individuali o di gruppo, per svoglere “un’azione ‘di primo soccorso‘, indirizzando se necessario le persone verso le strutture più adeguate e in coordinamento con le autorità”. Un lavoro non semplice perché “tra alcune persone sussiste ancora stigma e diffidenza verso il sostegno psicologico, che superiamo tramite le sessioni di gruppo per creare consapevolezza sull’importanza di chiedere aiuto”.

Il servizio è rivolto anche ai bambini, a cui Cesvi inoltre dedica “attività ludico-ricreative” e di “educazione informale”, per sopperire alla chiusura delle scuole.

LA RISTRUTTURAZIONE DEGLI ASILI, USATI COME PRIGIONI

Sul tema, Cesvi interviene anche per il ripristino degli asili, che qui “sono stati usati dalle truppe russe come basi militari e, come se non bastasse, le aule interrate sono state impiegate per tenere la popolazione in ostaggio, notte e giorno, per evitare gli attacchi della contraerea ucraina”. Agosti riporta che “in trecento per esempio hanno vissuto per settimane all’asilo ‘Arcobaleno’, con solo un’ora d’aria al giorno”. L’intervento dell’organizzazione consiste nel ristrutturare l’edificio, danneggiato da esplosioni e colpi d’artiglieria, e rifornirlo di nuovi banchi, sedie e attrezzature. “Contiamo di far tornare i bimbi a inizio anno”, conclude.

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