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La grande bellezza

Primo PianoLa grande bellezza

Napoli – Atalanta di ieri sarà ricordata dai posteri come uno dei picchi di bellezza più alti mai raggiunti dalla squadra guidata da Spalletti. Raccontare la partita è complesso quanto tentare di spiegare a parole una sinfonia di Bach. I Partenopei tritano la formazione di Gasperini con una violenza cannibalesca. Gli uomini del tecnico di Certaldo stazionano costantemente nella metà campo avversaria, mordono le caviglie degli avversari con un pressing forsennato, attaccano a testa bassa, con sapiente maestria, e, spaventosamente, non abbassano mai i ritmi infernali della propria corsa. Giocare contro questa squadra, per gli avversari, deve essere un’esperienza brutale, come una dolorosa seduta da un dentista poco incline alla delicatezza.

La partita si sblocca, dopo innumerevoli occasioni sbagliate in variegati modi dagli azzurri, con un gol meraviglioso del fantasista georgiano Kvaratskhelia, che si esibisce in un fantasmagorico slalom gigante che produce gravi emicranie ai sbigottiti difensori bergamaschi. Kvara scia tra le sagome nerazzurre come se avesse i pattini sotto i piedi, ad una velocità irraggiungibile per i comuni mortali, con estrosi e fulminei cambi di direzione, che hanno mandato in confusione anche l’estasiato pubblico sugli spalti. Il gol del 77, che porta alla mente sempre di più il genio ribelle e mitologico di George Best, è una danza mistica, esoterica, magica, che non lascia indifferenti gli amanti del calcio e rapisce, oltre le bandiere, come solo i grandi del pallone sanno fare.

La partita viene chiusa dallo stacco impetuoso del centrale difensivo Amir Rrahmani. Ma sono dettagli. Il Napoli domina la malcapitata Atalanta, riprende la marcia trionfale verso il terzo scudetto, dopo la battuta d’arresto con la Lazio, e , soprattutto, regala agli occhi, alla mente e al cuore dei propri tifosi, una prestazione sublime e leggendaria. Stupefacente e rara, come la cometa di Halley.

Ciro Cuccurullo

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