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    Nordio sul caso Donzelli-Cospito: “Tutti gli atti dei detenuti al 41-bis sono sensibili, aperta un’indagine”

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    Di Ugo Cataluddi e Federico Sorrentino

    ROMA – “Non abbiamo mai messo in discussione la necessità di mantenere il 41-bis. È una legge dello Stato e ora per noi costituisce un elemento normativo non trattabile”. Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in Aula alla Camera sulle polemiche degli ultimi giorni legate alle condizioni del detenuto anarchico Alfredo Cospito. “La possibilità di mutare la normativa del 41-bis è inesistente – osserva il Guardasigilli – E lo è ancora di più se dovessimo collegare questo mutamento ai disordini che si sono creati in questi giorni da parte degli anarco-insurrezionalisti. Si tratta di intimidazioni nei confronti della quale lo Stato deve avere la massima fermezza”.

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    E sul caso esploso in Parlamento dopo le accuse del deputato di FdI Giovanni Donzelli al Pd (“State con lo Stato o con i terroristi e la mafia?”) e l’ammissione del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro di aver riferito al collega di partito (che è anche vicepresidente del Copasir) informazioni trasmesse dal Dap su colloqui in carcere tra Cospito ed esponenti della criminalità organizzata, Nordio dichiara: “È bene ricordare che tutti gli atti riferibili a chi è detenuto al 41-bis sono dati sensibili, quindi occorrerebbe una preventiva verifica e valutazione del contenuto, anche se bisogna capire di che tipo di atti si tratta e da che tipo di segretezza fossero coperti. Ho chiesto al mio capo di gabinetto di ricostruire quanto accaduto ed è in corso un’indagine della Procura di Roma per i reati di rivelazione e utilizzazione del segreto d’ufficio, secondo almeno quanto è apparso oggi su alcuni giornali”. Dal Pd e dal Terzo polo è arrivata la richiesta di dimissioni di Donzelli e Delmastro, ma i due deputati meloniani hanno già escluso l’ipotesi.

    LEGGI ANCHE: Che cosa è il 41-bis e in cosa consiste il carcere duro

    Tornando a Cospito, il ministro della Giustizia sottolinea che la sua posizione giuridica “è estremamente complessa. Il detenuto è al 41-bis perché ritenuto perfettamente in grado di collegarsi con l’esterno inviando materiale alla lotta armata e agli insurrezionalisti. Sulla revoca del 41-bis a Cospito non possiamo che attendere il parere della Procura generale di Torino, che dovrebbe arrivare domani”.

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    Nordio assicura che “l’attenzione che abbiamo per la salute del detenuto, che sia camorrista o anarchico, è massima. Ma le condizioni di salute non possono essere elemento di pressione sullo Stato”. E soprattutto, se il deperimento fisico di un detenuto, “per destino o volontà di chi lo provoca, fosse seguito da un automatico mutamento dello stato di detenzione, apriremmo la porta e la diga a tutta una serie di pressioni nei confronti dello Stato da parte di altri detenuti. E questo non è possibile”.

    Per il ministro della Giustizia, insomma, “non esiste un 41-bis di Serie A o di Serie B, si può discutere a lungo se sia una norma da rivedere o mantenere e se va applicata agli autori di alcuni reati o altri. Ma una cosa è certa: una volta stabilita la regola, la legge è uguale per tutti”. Questo, ha aggiunto il Guardasigilli, vale “sia per un anarcoinsurrezionalista, sia per un mafioso”.
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