Di Joao Marcelo
SAN PAOLO DEL BRASILE – È dalla notte di domenica scorsa, quando è stata confermata la vittoria al secondo turno delle presidenziali del già due volte capo di Stato Inácio Lula da Silva, candidato del Partidos dos Trabalhadores (Pt), che si attendevano le dichiarazioni del presidente in carica, sconfitto dal voto, Jair Bolsonaro. Alcuni analisi si aspettavano che riconoscesse la vittoria dell’avversario e la legittimità del voto. Bolsonaro però ha mantenuto il silenzio per ben due giorni. Un comportamento, questo, che è stato interpretato dai suoi sostenitori come un rifiuto a riconoscere la legittimità dei risultati delle urne.
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Dopo la conferma della vittoria di Lula gruppi di autotrasportatori sostenitori del presidente e altri suoi supporter hanno cominciato a erigere barricate per bloccare le strade. Fino alla tarda notte di lunedì, stando a quanto riportato dalla Polícia Rodoviária Federal (Prf), blocchi parziali si registravano in 25 Stati, compresa la capitale Brasilia. Le uniche aree dove non si sono verificate manifestazioni sono state l’Alagoas e l’Amapá, Stati situati entrambi nel nord-est del Paese, la zona più povera del Brasile e tradizionale roccaforte del Pt. Nella notte di lunedì il sindacato degli autotrasportatori della Confederação Nacional dos Trabalhadores em Transportes e Logística (Cnttl) ha espresso il suo rifiuto delle proteste in corso, definendole “anti-democratiche”. “Siamo testimoni di un’azione anti-democratica di non accettazione del risultato delle urne da parte di alcuni elementi che non rappresentano la categoria dei camionisti autonomi. Crediamo che sia importante rispettare quanto il popolo ha deciso al seggio: la vittoria di Lula”, si legge in una nota, firmata dal direttore del Cnttl, Carlos Alberto Litti Dahmer.
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I manifestanti chiedevano un intervento dell’esercito per via della presunta irregolarità del voto.Il giudice del Supremo Tribunal Federal (Stf), Alexandre de Moraes, ha denunciato “omissione e inerzia” da parte della polizia brasiliana nella dispersione dei manifestanti, ordinando la liberazione delle strade bloccate, pena una multa di 100mila reais all’ora, poco meno di 20mila euro, e l’arresto per disobbedienza del direttore della Prf, Silvinei Vasques. Non è la prima volta che Vasques rimane coinvolto in polemiche da quando è capo della Prf. Il dirigente ricopre questo incarico dall’aprile 2021 ed è stato nominato su indicazione del senatore Flavio Bolsonaro, del Partido Liberal, figlio del presidente.
L’assunzione di Vasques è avvenuta nel pieno di una serie di cambiamenti ai vertici della Polícia Rodoviária Federal approvati dal ministro della Giustizia e la sicurezza pubblica, Anderson Torres. Alla vigilia del voto, Vasques ha pubblicato sul suo profilo Instagram un’immagine della bandiera del Brasile scrivendo: “Elezioni 22, Bolsonaro presidente”. Il contenuto è stato rimosso qualche ora dopo.
In alcuni video che sono circolati sui social media si vedono agenti della Prf che appoggiano i manifestanti pro-Bolsonaro mentre bloccano le strade. In uno dei filmati, un esponente della polizia stradale dice che gli agenti non sono stati formati su come sgomberare una strada e che “nessuno dei veicoli coinvolti verrà identificato”.
In almeno 16 Stati anche ieri si sono registrate interruzioni del traffico stradale. Dirigenti della Prf hanno riferito di aver individuato tramite video almeno tre casi in cui gli agenti sembrano aiutare i manifestanti nelle loro azioni. Secondo l’ispettore generale del Prf, Wendel Benevides Matos, tutti questi episodi verranno chiariti.
Ieri Bolsonaro ha pronunciato il suo primo discorso sugli esiti del voto. In tutto il suo intervento è durato circa due minuti. Il passaggio più importante è stato quello in cui il presidente ha detto che continuerà a rispettare la Costituzione. Il ministro della Casa civile, Ciro Nogueira, ha poi reso noto di aver cominciato il processo di transizione.
Bolsonaro ha anche affermato di non essere d’accordo con chi lo ha definito “anti-democratico”, visto che il suo operato si è articolato sempre “entro i confini sanciti dalla Costituzione”. Il capo dello Stato ha aggiunto che “le manifestazioni pacifiche sono benvenute”. Durante il discorso il presidente è tornato ad accusare la “sinistra” e, indirettamente, il rivale Lula: “Voglio ringraziare i 58 milioni di brasiliani che mi hanno votato al secondo turno. Le manifestazioni di questi giorni sono il frutto dell’indignazione e del sentimento di ingiustizia per come è avvenuto il processo elettorale. Le proteste pacifiche sono sempre benvenute, ma i nostri metodi non possono essere quelli della sinistra, che alla fine colpiscono sempre i cittadini, con l’occupazione della proprietà, la distruzione del patrimonio e le limitazioni degli spostamenti”.
IN A STATEMENT 2 DAYS AFTER THE ELECTIONS, BOLSONARO SAYS HE WILL COMPLY WITH THE CONSTITUTION AND CIRO NOGUEIRA WILL START THE TRANSITION
By Jõao Marcelo
SÃO PAULO –
Since Sunday night, when the victory of Luiz Inácio Lula da Silva, of the Workers’ Parties (PT) was confirmed, President Jair Messias Bolsonaro, of the Liberal Party (PL) had been expected to speak, recognizing the victory of Lula and the legitimacy of the elections. However, the current president kept silent for 2 days, which was interpreted by his followers as a message of non-recognition of the legitimacy of the elections.
Shortly after the victory of Luiz Inácio Lula da Silva (PT) was confirmed in the second round of the presidential elections against Jair Bolsonaro (PL), groups of Bolsonarista truck drivers and other supporters of the current president began to close highways. Until the end of the night of this Monday (31), according to the PRF (Federal Highway Police), there were partial or total blocks in 25 states (including the Federal District). The only ones where there were no records of occurrences were Alagoas and Amapá.
On Monday night, the National Confederation of Transport and Logistics Workers (CNTTL) published a note of repudiation of the protests, classifying them as undemocratic. “We are experiencing an anti-democratic action by some segments that do not represent the category of autonomous truck drivers of non-acceptance of the results of the polls. We need to respect what the people decided at the polls: the victory of Luís Inácio Lula da Silva”, says the text, on behalf continua a leggere sul sito di riferimento